Regia: Lee Isaac Chung

Cast: Steven Yeun, Han Ye-ri, Yoon Yeo-jeong, Alan Kim, Noel Kate Cho, Will Patton

Il racconto delle difficoltà dell’essere una famiglia, del senso di responsabilità che ne derivi e di quelle che possano essere le ardue sfide con cui il destino mette alla prova ognuno di noi sono i temi portanti di “Minari”, film di Lee Isaac Chung, che, dopo aver stupito al “Sundance Film Festival” del 2020, guadagna il suo proscenio agli Oscar 2021 con 6 candidature.

Il film narra le vicende della famiglia Yi, appena trasferitasi in Arkansas dalla California per inseguire i sogni rurali di Jacob (Steven Yeun), marito di Monica (Han Ye-ri) e padre di Anne e del piccolo David, stanco di un lavoro alienante e sottopagato, e deciso a trovare la propria strada per prendersi cura dei suoi.

Le difficoltà e i timori del cominciare qualcosa di nuovo e dai risvolti tanto insicuri, l’arrivo della nonna materna (Yoon Yeo-jeong) dalla Corea e le condizioni di salute di David mettono a dura prova la stabilità del nucleo familiare in un’America continentale reaganiana e tradizionale.

Lee Isaac Chung, regista e sceneggiatore, mette in scena una piccola fiaba fatta di scoperta e comprensione, che si rispecchia nel passato del suo autore senza retorica e senza dare giudizi di sorta.

Il tema della spiritualità, indagato con attenzione e dovizia di particolari, accompagna la storia entrando di soppiatto e riuscendo ad insinuare dubbi e ribaltare certezze, senza mai dare la sensazione della pretesa di voler insegnare qualcosa.

La delicatezza di “Minari”, il tratto fondamentale dell’intera opera, è sottolineata da una fotografia leggiadra e da una colonna sonora che accarezza dolcemente un viaggio difficile da raccontare, ad un ritmo che non cerca il coinvolgimento dello spettatore ma si impegna nel fargli comprendere i comportamenti, le reazioni e gli stati d’animo di personaggi che hanno radici in una cultura tanto lontana dalla nostra, non solo in termini geografici.

Le relazioni tra i protagonisti sono il cardine dell’intera storia e esplicitano la propria potenza narrativa anche grazie alla notevole prova di tutto il cast ed in particolare di Yoon Yeo-jeong, nonna che fatica a farsi accettare nel suo ruolo e donna tanto pratica quanto premurosa.

Il risultato finale è un prodotto in grado di avere una forma propria, che non cerca accondiscendenze e che sprigiona lentamente tutta la sua sensibilità in una spirale di emozioni flebili che si alternano in una scoperta complessa tanto per i personaggi protagonisti quanto per lo spettatore.

“Minari” è un film lento e dalla trama semplice con tanti risvolti inaspettati, da vedere e comprendere con la calma con cui viene presentato, da seguire con l’animo prima ancora che con gli occhi e che racconta come la vita possa riservare un pugno nello stomaco o la più inaspettata delle salvezze, somigliando ad un pacato canto di riflessione.

Somigliando, così, ad un uomo capace ogni domenica di portare la sua croce sulle spalle.

Voto: 7/10

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