Regia: Florian Zeller

Cast: Anthony Hopkins, Olivia Colman

The Father” è come un nodo alla gola che lentamente toglie il respiro e lascia senza fiato per il difficile tema trattato e per la capacità di far immedesimare lo spettatore in una condizione devastante e debilitante come quella vissuta dal protagonista.

Il film di Florian Zeller, tratto da un suo pezzo teatrale e sceneggiato dallo stesso regista e da Christopher Hampton, è un labirinto mentale lento e struggente nella mente di un uomo anziano affetto da demenza senile e un incubo di concreta realtà nella trasposizione delle difficoltà vissute dalla figlia chiamata a prendersene cura.

Il risultato è un’opera cruda e toccante, sincera e rispettosa.

La straordinaria prestazione di Hopkins (grazie alla quale ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista) e quella della bravissima Olivia Colman esaltano una sceneggiatura affascinante ed estremamente complessa che ha meritato appieno i premi che le sono stati assegnati e che con apparente semplicità fa addentrare lo spettatore nella vicenda stessa senza bisogno di artifici tecnici o narrativi.

L’attore gallese è incredibile nella sua interpretazione di una personalità stravolta dagli sbalzi d’umore e tanto confusa quanto arrabbiata, incapace di prendere coscienza della propria difficile ed irrimediabile situazione.

A rendere ancora più forte l’ossimoro di una vita annebbiata, una regia che fa della simmetria il punto distintivo e un’ottima colonna sonora che si accende e spegne ad intermittenza, aumentando di tono ed intensità quasi senza alcun preavviso.

Tutto però è in favore dello script, ambientato quasi per intero in un appartamento che cambia faccia e muta senza soluzione di continuità, e che fa del richiamo dei particolari un espediente metaforico denso di significati: le ossessioni dell’anziano uomo, l’idea di porte che si aprono o chiudono, il gocciolio di un lavandino o il rompersi in tanti pezzi di una tazzina sono efficaci simboli di una condizione che si ripete, si ingarbuglia e tortura i personaggi fino alla rottura totale.

“The Father” stravolge la narrazione cinematografica senza scalfirla, senza bisogno di dare spiegazioni, e proietta lo spettatore nella terribile condizione di non riuscire a decifrare la realtà, che perde di importanza e diventa soltanto momentanea ed evanescente, dolorosa e frustrante.

La contrapposizione tra la vita di Anthony (Anthony Hopkins) e Anne (Olivia Colman) è l’ago della bilancia di due sofferenze diverse, di due modi di ridere o di odiare la vita completamente agli antipodi ed è testimonianza di grande sensibilità e dell’attenzione estrema con cui il lungometraggio si avvicina ad una problematica difficile ed oscura.

Quello di Zeller è un film che somiglia tanto ad un’opera teatrale e che porta sul grande schermo un modo nuovo per rompere la quarta parete, senza incespicare mai nonostante il susseguirsi confuso degli eventi.

Un film toccante che fa riflettere sulla malattia e sullo scorrere della vita, che non prende posizione e non si sbilancia mai e che decide deliberatamente di mostrare la realtà per quella che è o sembrerebbe essere.

Voto: 8/10

Un pensiero su “The Father – Nulla è come sembra (2020)”