Attack the block:  Un’invasione aliena e una banda di ragazzini a difesa del mondo

Attack the block” è un gioiellino sommerso dal marasma di prodotti audiovisivi che ogni anno vengono distribuiti.

Un’opera colpevolmente e inspiegabilmente dimenticata e di cui si parla e si è parlato troppo poco.

Il film, scritto e diretto da Joe Cornish, è una commedia horror fantascientifica che si rifà ai cult degli anni ’80 aggiungendo quel sapore indie capace di rendere il risultato stuzzicante e innovativo.

Come prendere “I Goonies” e mixarlo con “I Gremlins”, “L’odio” e i film di Edgar Wright.

Il tutto in una fusione originale, divertente e contemporanea.

Remember remember the fifth of November…

Nella notte del 5 novembre, mentre impazzano i festeggiamenti, in un quartiere periferico di Londra, una banda di ragazzini rapina una donna pochi istanti prima della caduta di un meteorite che distrae i ragazzi e permette alla malcapitata di fuggire.

Moses (John Boyega) cerca di approfittare della cosa per frugare all’interno dell’auto colpita dall’oggetto caduto e si imbatte in una strana creatura che lo aggredisce.

Inseguito e ucciso l’essere caduto dal cielo, la gang decide di capirne di più portando la carcassa nell’appartamento di Ron (Nick Frost), spacciatore di marijuana del palazzone in cui vivono i giovani.

La caduta di altre creature si confonde ai fuochi d’artificio che illuminano il cielo ed esalta la banda che si prepara alla guerra agli alieni.

Tutto però sarà più complicato del previsto e ne scaturirà una guerra tra mondi in cui mostri alieni attaccheranno ferocemente il palazzo casa e base dei ragazzi.

Nostalgia e non solo: “Attack the block” unisce due epoche.

Attack the block” è l’opera prima di Joe Cornish ed è prodotta dalla Big Talk Productions (casa di produzione responsabile de “La trilogia del cornetto”).

Il tema dell’invasione aliena viene proposto mescolando e dosando i toni horror e fantascientifici a quelli della commedia in una commistione che allo stesso tempo ha il sapore dei grandi classici per ragazzi e la frizzantezza di un horror moderno e indipendente.

L’enormità di citazioni, sia implicite che esplicite, presenti, sono una dimostrazione della grande conoscenza cinematografica che sta dietro al progetto e dell’amore per un certo tipo di cinema che anima la scrittura e la regia del film inglese, il quale si avvale di un ritmo frenetico e azzeccato e di una sceneggiatura sempre coerente e ben realizzata nonostante la semplicità del plot.

I personaggi sono ben caratterizzati e interessanti e le battute del film hanno i giusti tempi comici capaci di spezzare la narrazione, tra horror e commedia, come spiegato sopra, assolutamente riuscita.

John Boyega, all’esordio, esalta un cast impreziosito dalla presenza di Frost e che fa della coralità il suo punto di forza.

Anche il concept dei mostri alieni è efficace, originale e funzionale al racconto: sia dal punto di vista visivo che narrativo le creature sono terrificanti, affascinanti, coerenti e dotate di un stile retrò spezzato da particolari che ne fanno qualcosa di nuovo.

L’atmosfera horror funziona e la fotografia e la colonna sonora sono perfette per l’ambientazione, sentita e riuscitissima, dell’opera e aiutano a entrare nel mood in modo naturale e senza forzature: L’idea del “blocco”, in particolare, è preponderante, sempre al centro della questione e presentato in maniera superba in tutte le sue accezioni, positive e negative.

Da vedere. Punto.

Attack the block” è un film indipendente che per qualche strana ragione non ha avuto le attenzioni che avrebbe meritato da parte dei distributori, della critica e, conseguentemente, del pubblico.

Ci troviamo di fronte a una vera e propria perla nascosta: la realizzazione tecnica è impeccabile, la trama azzeccata e diretta, l’atmosfera nostalgica e scanzonata.

Un lavoro minuzioso e sorprendente, in grado di intrattenere lo spettatore e di mantenere altissimi livelli cinematografici dall’inizio alla fine.

Imprescindibile per chi ama la fantascienza e il genere horror, è un film che tutti dovrebbero vedere perché è evidente che chi sia stato dietro al progetto si sia divertito da matti nel portarlo a termine.

E la cosa si percepisce, eccome, nel risultato finale.

Voto: 9/10

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