Il Corvo è ambiento in una Detroit oscura e piovosa in cui una giovane coppia viene assassinata la notte prima quella di Halloween, alla vigilia del matrimonio che ne avrebbe consacrato l’amore. Ad un anno di distanza, il ragazzo ucciso torna in vita per vendicare l’ingiustizia subita in un film che dosa con maestria l’atmosfera horror all’azione e al romanticismo.
Passato alla cronache e da sempre ricordato per essere stato l’ultimo film del compianto Brandon Lee, figlio di Bruce, morto sul set dell’opera di Alex Proyas a causa di una serie di sfortunate e tragiche conseguenze. Ma il film tratto dalla serie a fumetti di James O’Barr è diventato un cult generazionale anche per l’ottima fattura e l’originalità del prodotto in sé capace di distinguersi dalle produzioni dell’epoca e di rimanere moderno anche a trent’anni di distanza dall’uscita nelle sale.
Un cinecomic dark venuto prima della grande epoca dei cinecomic e che dimostra, se mai davvero ce ne fosse bisogno, come si possa creare qualcosa dai temi maturi anche partendo da un racconto a fumetti e anche senza dover necessariamente rinunciare al supporto e all’apprezzamento da parte del grande pubblico.
Il Corvo è un’opera tecnicamente ben riuscita con dei punti di forza di altissimo livello
Eric Draven, un musicista, e Shelly Webster, la sua fidanzata, stanno vivendo il proprio sogno da innamorati quando l’irruzione di una banda di criminali nella loro casa mette fine, nel peggiore dei modi, ai loro progetti futuri. Eric verrà colpito da diversi proiettili e quindi scaraventato da una finestra e Shelly sarà violentata e ferita a morte nella notte in cui la città vive, anno dopo anno, un escalation di violenze e delitti.
Risvegliato da un Corvo, Eric torna dalla morte nello stesso giorno di un anno dopo, scoprendo di avere acquisito dei poteri sovrannaturali e guidato da una rabbia inarrestabile nei confronti dei suoi perversi aguzzini.
La ricerca della agognata vendetta lo porterà a scontrarsi con i poteri più spietati della città e a cercare di portare serenità alla parte di umanità che ancora si è conservata pulita nonostante le difficoltà, le privazioni e le sofferenze.
La Detroit raccontata nel film del regista nato in Egitto, grande protagonista del film insieme al personaggio portato sullo schermo da Brandon Lee, è una città che appare priva di speranza e in cui la notte sembra regnare perenne: un luogo più simile alla Gotham di Batman che ad una metropoli contemporanea e un posto in cui malefatte e malfattori hanno sempre avuto le ombre e l’oscurità dalla loro.
In effetti, la scrittura di Il Corvo fu ispirata al suo creatore da due tragedie sentimentali che ne definirono l’ambientazione tetra, malinconica e dai tratti violenti riportata magistralmente sullo schermo partendo dalla caratterizzazione dei bassifondi cittadini per arrivare al cinico distacco di chi quelle baracche le abiti.
Non c’è parvenza di redenzione nei gesti dei tanti piccoli villain che affollano il mondo di Il Corvo, così come non c’è speranza per il presente o per il futuro nelle menti, negli occhi e nelle parole delle vittime, quasi invisibili di tutta questa sconsiderata anarchia oligarchica.
La sceneggiatura di David J. Show e John Shirley, al netto di qualche ingenuità e di qualche piccola sbavatura, è concisa, fredda e priva di fronzoli. I personaggi sono caricaturali e l’intero svolgimento della trama si può riassumere in quella di un revenge movie grottesco e spietato che riesce a coinvolgere lo spettatore e che lo affascina con la sua crudezza.
Al contrario, il redivivo protagonista, sebbene sia, nella sua sete di vendetta, ancora più impietoso e terribile dei suoi nemici, cela un animo che si non si è lasciato piegare del tutto dalla corruzione e dall’odio e che ancora riconosce e cerca di innalzare tutto quello che ci sia da proteggere in un universo tanto desolato e desolante.
La regia di Proyas, sfruttando inquadrature e movimenti che si adattano alla perfezione al momenti sa essere vivace e suggestiva, aiutata in questo senso da un montaggio da videoclip che la esalta nelle sue scelte migliori nonostante qualche taglio affrettato.
Una menzione particolare va poi fatta alla colonna sonora, vero motore immobile dell’opera, capace di dettare i ritmi e di farci immergere nel vivo del racconto, delle sue tante sfaccettature e dei suoi cambi di registro improvvisi.
Brandon Lee rimarrà per sempre Il Corvo
Parlando di Il Corvo non si può non ci si può non soffermare sulla grande tragedia che ha segnato il destino del film e del suo indimenticabile protagonista: nel corso di quella che sarebbe dovuta essere la scena dell’omicidio di Eric, infatti, viene colpito anche Brandon Lee, ferito a morte dal frammento di un proiettile fittizio rimasto accidentalmente nella pistola da un girato precedente.
La morte dell’interprete e figlio d’arte segnò indelebilmente la storia dell’industria cinematografica dei tempi sconvolgendo i milioni di fan del giovane attore come aveva fatto la prematura scomparsa del padre poco più di vent’anni prima.
La straordinaria prestazione di Brandon Lee, che aveva girato quasi tutte le scene sul suo copione, ricorda ancora oggi agli spettatori cosa il cinema abbia perso a causa di quelle inspiegabili disattenzioni e ci lascia un ricordo indelebile del californiano ritratto per sempre nella maschera affascinante e maledetta del suo personaggio.
Un film ancora godibilissimo e che quasi non risente del peso dell’età
Il Corvo, come abbiamo detto, è un film che ha saputo mantenersi fresco e godibile nonostante i trent’anni che si porta sulle spalle: un adattamento riuscitissimo e apprezzato di un’opera letteraria oscura e difficile da digerire.
Il gotico racconto contemporaneo che porta in scena può rappresentare, allo stesso tempo, un nostalgico salto nel passato e una preziosa indicazione per il futuro delle trasposizioni, sempre più frequenti, da un medium complesso e variegato come il fumetto.
In attesa dell’ormai prossimo remake, possiamo dire con certezza che l’Eric Draven e la storia d’amore e vendetta raccontati dall’ultimo ritratto di Brandon Lee e dall’occhio di Alex Proyas saranno sempre capaci di catturare gli appassionati della settima arte in uno strano misto di stupore, tristezza ed ingenua esaltazione cinematografica.
Voto: 7
[…] In attesa di poter vedere questa nuova versione nei cinema, vi lasciamo alla nostra recensione di Il Corvo del 1994. […]