Dracula, la miniserie distribuita da Netflix e adattata dal celebre romanzo di Bram Stoker, sconvolge la storia originale provando a reimmaginare il terribile vampiro analizzandone e approfondendone alcune caratteristiche peculiari. Il finale dei tre episodi, in particolare, stravolge l’idea stessa del personaggio e del rapporto dello stesso con uno dei suoi grandi antagonisti, in questa versione rivisitato al femminile.
Dopo aver pubblicato la recensione della miniserie Dracula, torniamo ad occuparci del prodotto BBC per spiegarne il peculiare e sorprendente finale costruito dagli stessi sceneggiatori che avevano già avuto l’ardire di provare a modernizzare l’idea di Sherlock Holmes.
Nel racconto del breve show televisivo viene dato particolare risalto, soprattutto sfruttando il personaggio di Agatha Van Helsing e la sua determinazione nel voler studiare e comprendere i punti di forza e di debolezza del mostruoso Conte, alle vulnerabilità di Dracula.
Seguendo la tradizione, infatti, vengono riportate le fragilità del vampiro agli specchi e alla luce solare con Agatha che intuisce il fatto che quelle debolezze potessero essere soltanto dei costrutti mentali di Dracula, utili all’immortale predatore per evitare di esporsi in pubblico e di vedere la propria immagine vista la vergogna provata se stesso per la codardia che ne aveva caratterizzato la sopravvivenza attraverso i secoli e per l’essersi trasformato sempre di più in una creatura bestiale.
La figura del Cristo in croce, invece, secondo questo pensiero, non avrebbe fatto altro che rimarcare la differenza tra il personaggio biblico e la sua capacità di sacrificare la propria vita e la paura di Dracula di fronte alla morte, timore che lo rendeva incapace di abbandonare l’esistenza terrena.
Dracula e la redenzione trovata nell’amore
Sempre nel terzo episodio, si scopre che il sangue di un malato di cancro sia velenoso per il Vampiro, portando le debolezze del mostro su un piano molto più terreno e contemporaneo e lasciando a una riflessione su uno dei mali più oscuri dei nostri tempi.
Il grande colpo di scena finale nasce proprio da questo presupposto e si concretizza nell’atto d’amore estremo di Dracula per la sua acerrima nemica. Atto che esplicita il sentimento reciproco cresciuto tra i due fin dal primo incontro e narrato attraverso il continuo scontro dialettico e filosofico che li ha visti protagonisti malmenando l’interesse e la fascinazione subita da entrambi.
Dracula, infatti, morde Zoe, in cui alberga anche Agatha, uccidendola e morendo insieme a lei: la frase sussurrata alla sua ultima vittima chiarisce l’intenzione di donare alla sua nemica una morte misericordiosa liberandosi delle proprie paure e lasciandosi andare alla più grande dimostrazione d’amore.
L’immagine finale, che vede i due innamorati giacere insieme sotto la luce di un sole prepotente e maestosamente bello, sancisce la redenzione del Vampiro finalmente capace di essere degno dei secoli vissuti e della sua, fino a quel momento forse solo presunta, grandezza.