Ormai ventun’anni fa, nel 2003, Quentin Tarantino consegnava alle sale cinematografiche di tutto il mondo il volume 1 del suo Kill Bill e, con esso, una serie di look iconici divenuti immediatamente famosi e inconfondibili.
Dal kimono bianco come la neve di O-Ren Ishii all’uniforme da scolaretta della sua folle guardia del corpo adolescente Gogo, per finire con il look più celebre, quello della Sposa più famosa della storia del cinema contemporaneo mentre si trova alla Casa delle Foglie Blu ad affrontare gli 88 Folli: l’intramontabile tuta gialla, corredata dalle altrettanto iconiche sneaker abbinate, le celebri Onitsuka Tiger Mexico 66.
Ma la rilevanza nella cultura pop della scarpa è precedente al film cult di Tarantino: l’intero look di Beatrix Kiddo si ispira, infatti, all’ultimo personaggio interpretato da Bruce Lee durante la sua carriera cinematografica, quello di Billy Chen Lo ne L’ultimo combattimento di Chen (Game of Death).
Le Onitsuka Tiger nei film di Bruce Lee
Il film, le cui riprese vennero iniziate da Lee nel 1972, vide la luce solamente sei anni dopo con l’intervento alla regia dello statunitense Robert Clouse, incaricato dalla casa di produzione di completare l’opera dopo la misteriosa morte dell’attore avvenuta la sera del 20 luglio 1973.
Una morte tragica, mai del tutto chiarita, che, con l’uscita postuma di quello che verrà considerato unanimamente il suo miglior film, I 3 dell’Operazione Drago (Enter the Dragon) contribuì a consacrare Lee nell’olimpo del cinema d’azione.
Anche in quest’ultima pellicola, Bruce Lee indossa le celebri scarpe da ginnastica prodotte in Giappone, non solo in giallo, ma anche nel modello bianco, rosso e blu.
Storia delle iconiche sneaker giapponesi
Le iconiche scarpe da ginnastica, tornate oggi in auge, hanno una lunga storia alle proprie spalle.
È infatti il 1949, quando in Giappone, Kihachiro Onitsuka, fondatore di Asics, decide di investire nel settore calzaturiero cavalcando l’onda della crescente passione dei giovani nipponici per la cultura statunitense, dal cinema alla musica, dallo stile all’interesse per lo sport.
Il suo intento era quello di creare una calzatura che permettesse ai giovani di trovare benessere e giovamento nell’attività fisica, in un periodo storico così drammatico, come quello del secondo dopoguerra, per un paese devastato dalle conseguenze del conflitto mondiale.
La Onitsuka Tiger nasce dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale determinata a dare speranza alla gioventù giapponese ispirandosi ad un principio che diventerà il motto dell’azienda: Soul Mind, Sound Boy, che parafrasa il motto latino Mens Sana In Corpore Sano.
Nonostante i primi tentativi fallimentari di progettare un modello di scarpe che fosse adatto per giocare a pallacanestro, Onitsuka riuscì nell’impresa, tanto che la squadra nazionale giapponese di basket scelse proprio le Tiger come sue scarpe ufficiali.
Qualche anno dopo, nel 1956, le Onitsuka Tiger, riprogettate per essere adatte anche ad altri sport ed in particolare alla maratona, divennero le calzature della squadra giapponese delle Olimpiadi di Melbourne e, nel 1964, vennero consacrate come le scarpe più famose al mondo grazie alle numerose vittorie che raggiunsero gli atleti che le indossavano: ben quarantasei medaglie d’oro, sedici d’argento e dieci di bronzo.
Per rendere riconoscibile la scarpa, la Asics aveva bisogno di un design memorabile: venne, per questo, indetto un concorso tra i duecento dipendenti dell’azienda, che portò, nel 1966, alla scelta delle inconfondibili stripes che, oltre ad abbellire il modello, gli conferivano stabilità e ne miglioravano la durata nel tempo.
Infine, per giungere al nome con cui sono conosciute oggi, Mexico 66, basti ricordare che le Tiger vennero scelte come modello ufficiale della squadra giapponese di atletica per le prove preliminari delle Olimpiadi di Città del Messico del ‘68, avvenute due anni prima, nel 1966.
Le Onitsuka Tiger Mexico 66 oggi
Ad oggi, le Onitsuka Tiger continuano, col loro design in pelle intramontabile, ad essere attuali e alla moda.
Le Mexico 66 sono state notate ai piedi di molte celebrità, tra cui la modella Bella Hadid, la cantante Rita Ora, il principe William d’Inghilterra, e l’attrice Emma Watson, che le indossò nella versione bianca, blu e rossa sul set di Noah, film diretto nel 2014 da Darren Aronofsky.
Infatti, al di là della loro straordinaria storia, resteranno nell’immaginario collettivo come le inconfondibili scarpe che calzò Bruce Lee e che permisero alla Sposa, insieme alla katana forgiata per lei da Hattori Hanzo, di far fuori gli 88 Folli e di prendersi lo scalpo del boss della Yakuza in Kill Bill Vol. 1.
Fonte: Vogue
[…] attivista Nina Simone, accompagna Beatrix Kiddo, con la sua iconica tuta in pelle gialla e le sue Onitsuka Tiger abbinate, in uno dei duelli esteticamente più belli della storia del cinema contemporaneo, […]