Stephen King, uno degli scrittori più prolifici degli ultimi 50 anni di letteratura, ha potuto raggiungere alcuni degli incredibili obiettivi realizzati nella sua carriera anche grazie a una rigidissima routine di lavoro che ha saputo portare avanti nel corso dei decenni, nonostante le vicissitudini della vita e un lungo periodo caratterizzato dall’abuso di alcool e cocaina.

Dopo aver presentato una lista di 5 miniserie tratte da Stephen King da recuperare a tutti i costi, torniamo ad occuparci del marito di Tabitha per riportare le sue parole a proposito di un periodo complicato della sua esistenza e della sua vita professionale.

Stephen King
Stephen King Cocaina

In una vecchia intervista con Rolling Stone, l’autore ha raccontato come la dipendenza abbia influenzato il suo lavoro, rivelando come Misery, romanzo pubblicato nel 1987, parli proprio di questa sua oscura relazione con la droga.

A una precisa domanda su quando avesse cominciato a usare sostanze pesanti, lo scrittore del Maine ha raccontato: “Probabilmente  è stato intorno al 1978, più o meno nello stesso periodo in cui ho capito di aver perso il controllo con il bere. Sono stato un forte consumatore di cocaina dal 1978 al 1986, qualcosa del genere”.

Quindi, il Re ha continuato parlando di come il vizio abbia influenzato la sua vita e il suo lavoro:

“Scrivevo sotto l’effetto della cocaina. Dovevo. Voglio dire, la cocaina era diversa dall’alcool. Per il secondo potevo aspettare, ma usavo cocaina in continuazione. Ero abbastanza bravo a gestire le cose di tutti i giorni e quello che riguardasse la famiglia. Ma piano piano le crepe cominciavano a farsi vedere. E mi sentivo forte: avevo un sacco di energia. Ma i libri hanno cominciato a mostrare i segni, dopo un po’. Misery è un libro sulla cocaina. Annie Wilkes è la cocaina. Lei era la mia fan numero uno”.

Stephen King Misery
Stephen King Cocaina

Infine, King ha spiegato come anche la sua scrittura abbia risentito delle cattive abitudini: “Le Creature del Buio è un libro orribile. È stato l’ultimo libro che abbia scritto prima di ripulirmi. E ci ho ripensato a lungo, dopo, accorgendomi di come ci fosse un buon libro lì dentro, dietro tutta quell’energia non genuina che la cocaina ti fornisce. Il libro è lungo circa 700 pagine e ho pensato che probabilmente c’è dentro un buon romanzo da 350 pagine”.

Grazie alla schiettezza di questa intervista, abbiamo quindi potuto scrutare dentro uno dei momenti più difficili della vita dell’autore, che avrebbe dovuto affrontare nuovi giorni difficili in seguito all’incidente del 1999 e alla complicata rinascita a cui Stephen King fu chiamato.

Fonte: Rolling Stone

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