Se Batman resta uno degli eroi dei fumetti più amati e caratterizzati e Gotham una delle città fittizie più suggestive del panorama della cultura pop, lo si deve, anche, al principale villain che abita la metropoli e che rappresenta la grande nemesi dell’Uomo Pipistrello: il Joker.

I capelli colorati di verde, i caratteristici vestiti, il sorriso, malato, sempre stampato sulla faccia. Nato dalle mente di Bill Finger e dalla creatività di Bob Kane e Jerry Robinson, il Joker ha fatto la sua prima apparizione nel numero uno di Batman, riuscendo, nel tempo, a diventare uno dei cattivi più amati e carismatici di sempre.

Oltre alle tante versioni fumettistiche, il personaggio ha visto, al pari della sua controparte, numerose trasposizioni cinematografiche in opere in cui, spesso e volentieri, è riuscito a rubare la scena allo stesso protagonista della vicenda grazie a riscritture degne della sua personalità sfaccettata e ad interpretazioni che hanno saputo lasciare il segno nel cuore degli appassionati.

Joker

La fascinazione del cinema contemporaneo nei confronti del Joker

I personaggi dell’universo DC hanno da sempre ispirato produttori, registi e sceneggiatori dell’industria cinematografica: le vicende di Batman, della sua lotta al crimine e dei villain che lo accompagnavano, in questo senso, non hanno certo fatto eccezione, comparendo sul grande schermo in diverse occasioni, già a partire dalla seconda metà degli anni ’60 del ventesimo secolo con il film dedicato alla celebre serie tv ABC e in cui, per la prima volta, anche il Joker fa il suo debutto in sala.

Quando poi sul finire degli anni ’80 del secolo scorso Tim Burton porterà in scena la sua versione del Cavaliere Oscuro, dai tratti tipici del regista californiano, sceglierà come cattivo proprio lo psicopatico criminale, chiamando in causa, per un’interpretazione ancora oggi osannata, un Jack Nicholson eccezionale che riuscì a rubare la scena ridefinendo l’iconografia del personaggio.

Dopo anni di vuoto costituiti dalla certezza che il Joker di Nicholson fosse quello definitivo, nel 2008, Christopher Nolan ha osato, per il suo secondo film su Batman, Il Cavaliere Oscuro, riportare in vita il supercriminale lasciandolo al lavoro di immedesimazione fatto da Heath Ledger e ancora una volta facendo centro e regalando ai fan un villain completamente diverso e dall’incredibile impatto emotivo.

Forse meno riuscito è stato poi l’esperimento fatto da David Ayer per il suo film dedicato alla Suicide Squad. Quello portato sullo schermo da Jared Leto, che comparirà anche nello spin-off dedicato a Harley Quinn e nella Snyder Cut di Justice League, è un villain con un’estetica più contemporanea, sebbene legata alle origini del personaggio, e che, in generale, è stata meno apprezzata dal grande pubblico, nonostante gli interessanti risvolti legati alla caratterizzazione.

Ancora più recente e certamente meno legata al cinecomic classico è la trasposizione di Todd Phillips, deciso a raccontare una storia molto più realistica e tragica e presentando Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck, un comico fallito e frustrato che si trasformerà, nel corso della narrazione, in un folle criminale imprevedibile e a suo modo carismatico.

In attesa di poter vedere il Joker di nuovo in azione nei sequel Joker: Folie à Deux e, probabilmente, in The Batman 2, vogliamo analizzare la rappresentazione del personaggio nei quattro prodotti cinematografici principali, andando a scartare la sua prima versione, quella del 1966, soltanto in quanto ripresa nella sua interezza dallo show televisivo e i camei visti nella celebre scena eliminata dal The Batman di Matt Reeves e nel finale dello stesso film.

Perché al contrario di Batman e di Bruce Wayne, raccontati, con le dovute differenze stilistiche, sempre con le stesse caratteristiche, la profondità e l’ambiguità del Joker hanno permesso una visione più intima e diversa da parte dei diversi autori che si sono cimentati a raccontarlo e degli attori che ne hanno vestito gli sgargianti panni, meritando un’attenta analisi sui diversi sviluppi del personaggio.

Joker e cinema, quattro interpretazioni della follia criminale

Batman 1989 – Jack Nicholson

“Danzi mai col Diavolo nel pallido plenilunio?”

La costruzione del Joker da parte di Jack Nicholson e inserita nel bizzarro universo raccontato da Tim Burton ha avuto il merito di dare un’identità al personaggio e di raccontarne le origini raccontandolo allo stesso tempo come l’assassino dei genitori di Bruce Wayne e come generato, nella sua seconda identità, da uno scontro con Batman che ne ha causato la deturpazione e la trasformazione.

Il linguaggio aulico e la parlata lenta, l’espressione persa nel vuoto, la sua ricerca di vendetta e l’improvvisa follia capace di esplodere e spegnersi all’improvviso, sono le caratteristiche principali di questa rappresentazione riuscitissima, quasi bambinesca e, a tutti gli effetti, assolutamente fumettosa del gangster della DC.

La positiva risposta della critica e del pubblico ha elevato la prestazione sopra le righe di Nicholson tra le grandi interpretazioni legate ai film tratti da fumetti: un’interpretazione che ha costretto i suoi successori a cambiare completamente registro come segno di rispetto e come unica strada da intraprendere per non evidenziare il confronto con tale mostro sacro.

Joker

Il Cavaliere Oscuro – Heath Ledger

Quando il secondo capitolo della trilogia di Nolan dedicata a Batman ha debuttato nelle sale cinematografiche, tutta l’attenzione del pubblico era canalizzata sul lavoro fatto da Heath Ledger, prematuramente scomparso e alla sua ultima interpretazione.

Le attese furono assolutamente rispettate e suggellate dall’Oscar per il miglior attore non protagonista a Ledger e dall’acclamazione unanime del pubblico e dei professionisti del settore rispetto alla nuova natura del personaggio.

La mimica facciale diventata ormai iconica, le storielle sul proprio passato, i repentini cambiamenti d’umore e la risolutezza delle sue azioni, sono le peculiarità della raffigurazione della nemesi di Bruce Wayne targata Heath Ledger, che si discosta da quello di Nicholson tanto nel mood generale quanto nella personalità.

Il Joker presentato ne Il Cavaliere Oscuro è un villain complesso e oscuro, con un’impronta di realismo tipica del racconto del filmmaker britannico e capace di inserirsi in un contesto completamente diverso rispetto all’idea di cinecomic scanzonato che cominciava a prendere piede in quel periodo.

Anarchico, nichilista e privo di scrupoli, l’antagonista sviluppato da Ledger è cinico e risoluto nella sua ricerca di una distruzione e di un caos che non preveda mai una sua vittoria, quanto, piuttosto, il disfacimento della società e dello status quo attraverso un intricato dedalo di situazioni che nascono dall’intreccio di una precisa strategia e dell’incontrollabile caso.

Joker

Suicide Squad – Jared Leto

Quello interpretato da Jared Leto è, certamente, il più controverso e meno apprezzato di questa breve lista: l’aspetto patinato e ultramoderno dei personaggi del film di Ayer ha influenzato la creazione anche del Joker di questo particolare universo cinematografico, facendo storcere il naso ai puristi nel tentativo di realizzare un mondo dal sapore nuovo.

I capelli verde metallizzato, la dentatura nascosta dai grillz, i tatuaggi che ricoprono gran parte del suo corpo e il suo vestiario appariscente ma ricercato, fanno somigliare il personaggio di Leto a una via di mezzo tra un grande gangster e un trapper di successo dall’attitudine punk, mentre la sua pazzia che sembra esplodere senza preavviso lo fa sembrare ancora più perverso, pericoloso, instabile, imprevedibile e inquietante dei suoi predecessori.

Un cattivo meno mostruoso e allo stesso tempo assolutamente angosciante, che probabilmente avrebbe meritato più spazio su pellicola e un ruolo più centrale e importante che ne permettesse una lettura psicologica meno superficiale e più approfondita e significativa.

Joker

Joker – Joaquin Phoenix

Todd Phillips ha preso l’idea di Joker per inserirla in un contesto completamente nuovo e lontano dagli standard classici del personaggio. La storia raccontata non ha nulla del fumetto così come l’uomo mostrato sullo schermo non ha nulla a che vedere con il villain degli albi, dei film e degli show precedenti.

Arthur Fleck è un comico che, preso a calci dalla vita in ogni modo immaginabile, perde la ragione trasformandosi in un assassino psicopatico capace di smuovere le masse in una Gotham vicina al collasso e sull’orlo della rivolta armata.

La straordinaria interpretazione di Joaquin Phoenix gli è valsa la Statuetta come miglior attore protagonista grazie a uno studio dettagliato, intimo e profondo della personalità disturbata del suo Joker e alla lenta escalation di pazzia messa in scena dall’attore nato in Porto Rico.

Fleck è un uomo stanco e giunto al limite, che non vuole più sentirsi inerme e che diviene incapace di sopportare ancora e di continuare a reprimere il suo degenerato moto di giustizia personale e sociale, nel contesto di una società a cui non riesce ad appartenere e che mostra il disprezzo delle sue debolezze in ogni modo.

Quello di Phoenix è il Joker in cui è più facile immedesimarsi e per cui viene più naturale fare il tifo, nonostante le contraddizioni e nonostante la violenza, divenendo, a tutti gli effetti, più un antieroe che un villain vero e proprio.

Joker

Batman e Joker: due facce della stessa medaglia

Queste le grandi interpretazioni, al 2024, del villain DC, immagine deformata dell’eroe dal mantello nero e suo incubo più profondo proprio in virtù di questa estrema somiglianza in cui specchiarsi terrorizzato e perfetta rappresentazione tanto della follia più estrema e pericolosa quanto del disagio dell’incompreso e dell’outsider.

Il perverso clown di Gotham, nel corso della sua storia editoriale e a riprova della sua azzeccatissima scrittura, si è meritato numerose citazioni in classifiche relative ai più riusciti villain dei fumetti, rientrando anche al trentesimo posto in un sondaggio a proposito dei migliori personaggi di finzione mai creati e ispirando il lavoro di fumettisti desiderosi di realizzarne una propria versione e di studiosi decisi a esplorarne le caratteristiche dal punto di vista psicologico e sociale.

Un personaggio profondo e ambiguo, terrificante e comico, debole e inarrestabile. Un cattivo da fumetto e dai tratti caricaturali e una personalità complessa e interessante da comprendere. Il più grande avversario di Batman e l’unica persona in grado di capirlo veramente, come un riflesso distorto, o come un vecchio amico.

Fonte: FandomaniaComplexWizardUniverse