Da oggi, 13 settembre, Uglies è stato inserito nel catalogo Netflix: scritto da Jacob Forman, Vanessa Taylor e Whit Anderson, la pellicola è stata diretta da McG (The Babysitter) e vede tra i membri del cast Joey King.
Il film, basato sull’omonimo romanzo distopico scritto da Scott Westerfeld come primo di una tetralogia, è uno sci-fi young adult incentrato sulle vicende di Tally Youngblood, una sedicenne che si trova ad affrontare i turbamenti dell’adolescenza in una futura società in cui la bellezza estetica sembra essere la soluzione ad ogni sorta di ansia, paura e tristezza.
Dopo l’acquisto dei diritti cinematografici per la trasposizione dell’opera letteraria da parte della 20th Century Fox nel 2006, mai concretizzatasi, è nel 2020 che Netflix dà il via al lavoro preparatorio per la realizzazione del lungometraggio, con la stessa King, fan del romanzo fin da bambina, che entra a far parte della produzione esecutiva.
Gli Uglies e il mito della bellezza
Gli Uglies sono gli adolescenti che, non avendo ancora compiuto sedici anni, vivono in attesa di poter diventare finalmente perfetti: nel giorno del loro compleanno, infatti, potranno lasciare il dormitorio in cui hanno trascorso gran parte della loro giovane vita per essere finalmente sottoposti ad una completa trasformazione del loro corpo, che sappia renderli, oltre che bellissimi, accettati e felici per sempre.
Il film si apre con Tally Youngblood, la protagonista, a tre mesi dall’agognato traguardo, mentre saluta il suo miglior amico Peris (Chase Stokes), al quale è legata da una cicatrice sulla mano e dal patto di restare uniti per sempre, che sta per diventare Pretty.
La vicenda assumerà una piega inaspettata per la giovane, che si troverà ad affrontare, in questo film sulla crescita personale, interiore più che esteriore, un lungo percorso ad ostacoli, tra vecchi e nuovi amici, fedeltà e ribellione, per capire cosa si celi dietro la società in cui vive e la sua promessa di eterna felicità.
Perfezione e controllo: Uglies è un film al passo coi tempi?
Quella scritta da Westerfeld, trasposta sullo schermo da Netflix, è una tetralogia che vede la luce due anni prima del primo capitolo della più fortunata saga, Hunger Games, partorita da Suzanne Collins; nonostante il tempismo, nonostante i temi trattati fossero appetibili per la produzione di un film destinato ad un pubblico giovane, Uglies non è riuscito a giungere sullo schermo prima di oggi.
Questo, a dispetto delle buone performance del cast, in cui spicca, decisamente, Joey King, già nota al pubblico per la sua acclamata interpretazione nella serie drammatica The Act (2019), e dello scorrere fluido della sceneggiatura, alla quale si può rimproverare, forse, solamente un eccesso di velocità che ne fa perdere, sul finale, il ritmo interessante delle scene precedenti, rende Uglies un film non proprio attuale.
Lo scenario post-apocalittico di un mondo ormai arido, costretto ad affrontare lo scarseggiare di fonti d’energia, e l’ossessione per il raggiungimento di un ideale di perfezione, estetica, chiaramente, sono temi che, nel 2024, sono già stati ampiamente esplorati, sul grande e sul piccolo schermo.
Vale la pena di guardare Uglies?
Uglies è, quindi, un film da depennare dalla nostra watchlist? Crediamo di no: l’opera diretta da McG merita un centinaio di minuti del nostro tempo, anche se, il finale lasciato aperto alla possibilità di un seguito, fa storcere il naso e lascia presagire il tentativo di farne un franchise.
Sarebbe forse stato meglio farne una mini-serie tv che potesse dare alla trama, ai temi affrontati e ai personaggi presentati, maggior spazio e più freschezza, svecchiando la trasposizione di un’opera data alla stampa quasi vent’anni fa? Crediamo di sì.
Voto: 6.5
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