Ha da poco compiuto 60 anni uno degli attori più talentuosi ed amati del panorama hollywoodiano, noto per aver interpretato l’hacker Neo nella tetralogia di Matrix e per il suo ruolo da killer vendicativo nel franchise John Wick: Keanu Reeves.
Nato a Beirut, in Libano, il 2 settembre del 1964, e cresciuto a Toronto, non ha avuto un’infanzia facile ma, dopo un difficile rapporto con le istituzioni scolastiche, sceglie quella che si rivelerà per lui una strada fortunata: entra nel mondo della recitazione.
Da lì in poi, passando per vicissitudini personali dolorose e successi al botteghino, la via intrapresa dall’attore canadese l’ha portato, oggi, ad essere una leggenda del cinema, incarnando, al contempo, col suo stile schivo, il suo fascino misterioso e la sua disponibilità verso i più fragili e meno fortunati, l’antidivo per eccellenza.
L’infanzia dell’attore che prestò il volto a Neo in Matrix
La madre di Keanu Reeves, Patricia Taylor, ballerina e costumista di origini inglesi, lavorava in un night club della capitale libanese quando incontrò il padre della star del media franchise firmato dalle sorelle Wachowski.
Ma la relazione tra i due non fu fortunata e duratura: Samuel Nowlin Reeves, geologo statunitense di origini cinesi, portoghesi e native hawaiiane, abbandonò i due, che si trasferirono prima a Sidney, poi a New York, dove la madre sposò il regista Paul Aaron, col quale si stabilì a Toronto, prima di divorziare nel 1971.
Il rapporto di Reeves con il padre non si concretizzò mai in un vero legame tra genitore e figlio, andando a segnare la biografia dell’attore, costellata, dall’età di tre anni, di un’infinità di eventi che ne temprarono il carattere mite, gentile e riflessivo.
Una vita segnata dal successo sullo schermo e da grandi tragedie personali
Se pensate che le sfortune incorse nella vita di questa leggenda del grande schermo si concludano con l’arresto, avvenuto nel 1992, del padre per spaccio di droga, vi sbagliate di grosso.
Dopo una travagliata carriera scolastica, che lo costrinse a cambiare ben quattro istituti superiori, giunse per lui la diagnosi di dislessia: era chiara, finalmente, per lui e la sua famiglia la causa scatenante delle sue difficoltà nell’apprendimento. A soli diciassette anni, così, Reeves decise di abbandonare gli studi per dedicarsi alla sua vocazione: intraprese, mantenendosi grazie a lavoretti saltuari, la scuola di recitazione.
Unico punto di riferimento in una vita segnata dall’abbandono e dall’assenza – quella della madre -la sorella Kim: nata a Sidney due anni dopo il fratello, la donna scopre di essere malata di leucemia nel 1991.
Da lì, Keanu fa di tutto per starle accanto e per aiutarla nella sua lotta contro il cancro (ormai in remissione): oltre ad aver istituito una fondazione che aiuta la ricerca e i reparti oncologici pediatrici, ha donato alla scienza il 70% del suo compenso per Matrix, la cifra da capogiro di 31,5 milioni di dollari.
Ma le drammatiche vicende personali che lo investirono, prima e durante il successo, non si fermano qui: prima di giungere ad ufficializzare nel 2019 la relazione con l’artista Alexandra Grant, sua amica di lunga data, la vita del canadese fu segnata da un duplice lutto.
Dopo aver perso, all’ottavo mese di gravidanza, la figlia che aspettava dalla compagna Jennifer Syme, proprio nel 1999, mentre Matrix sbancava i botteghini dei cinema di tutto il mondo, la vita del volto dell’iconica tetralogia venne investita da un ulteriore dramma.
Nel 2001 è Jennifer, che fu assistente di David Lynch, a lasciarlo, perdendo il controllo della sua auto di ritorno, alterata da un mix di stupefacenti e antidepressivi secondo il rapporto delle indagini, da una festa data in casa di Marilyn Manson.
La carriera dell’antidivo dal sorriso gentile
Ma quello che la vita gli ha riservato, nel corso degli anni, non ha mai abbattuto l’attore, noto per il suo interesse filantropico, il suo look trasandato, il suo stile di vita morigerato e, soprattutto, per le straordinarie interpretazioni regalate al pubblico nei suoi film.
Dopo aver preso parte a Belli e dannati di Gus Van Sant, sul cui set conosce l’amico River Phoenix, anch’esso entrato tragicamente a far parte della poco invidiabile collezione di lutti vissuti dall’antidivo, la carriera di Keanu Reeves spicca il volo con le parti ottenute in Point Break (1991), Speed (1994) e L’avvocato del Diavolo (1997), in cui affianca Al Pacino e Charlize Theron nell’adattamento di Taylor Hackford dell’omonimo romanzo di Andrew Neiderman.
Ingaggiato dai (all’epoca) fratelli Wachowski per interpretare l’hacker Neo nel futuristico e cyberpunk The Matrix, Reeves è entrato, di fatto e di diritto, nel cuore degli appassionati del genere e del cinema in toto, conquistandosi, nel 2005, una stella recante il suo esotico nome sulla Hollywood Walk of Fame.
Riconfermato per tutti i capitoli della saga, ricordiamo, tra i tanti successi di Reeves, il suo Bob Arctor in Un oscuro scrutare (2006), il film sci-fi basato sul distopico capolavoro di Philip K. Dick, l’ingaggio come voce e volto di Johnny Silverhand nel videogioco Cyberpunk 2077 e, in conclusione, il personaggio di John Wick nel franchise omonimo ormai cult del genere d’azione, per il quale, stando ai rumor, potremmo avere un quinto capitolo.
La nobiltà d’animo di un grande attore: Keanu Reeves
Questo è Keanu Reeves, un attore acclamato, anche se mai nominato agli Oscar, che porta nel cuore eventi sconvolgenti, drammi personali e familiari che avrebbero potuto indurirlo e fargli perdere il suo sorriso gentile.
Ma l’antidivo filantropo, che sa giocare ad hockey, suonare il basso e scrivere poesie, che si mostra in pubblico e sui mezzi pubblici vestito come un comune mortale, generando l’ammirazione dei e delle fan (che, per rispetto, non sfiora neanche nelle foto che gli chiedono) e facendo impazzire l’industria dei meme su internet, non ha mai perso il suo spirito.
Keanu Reeves ha dimostrato negli anni di essere una persona, prima di un personaggio pubblico, che non sbandiera la sua beneficenza ai quattro venti (la fondazione che aiuta la ricerca contro il cancro che finanzia dal 2005, già citata in precedenza, non porta il suo nome), che cede, per gentilezza, il posto in metropolitana e che, mostrando un grado d’umanità ed empatia irraggiungibile ai più, famosi o meno, non disdegna un pasto condiviso con un senzatetto nel parco.
Un grande uomo che non manca mai di essere riconoscente verso lo staff che lavora con lui durante le riprese (hanno fatto notizia le Harley Davidson regalate agli stuntmen di Matrix Reloaded e i Rolex per la troupe di John Wick 4), che vive in una casa più modesta rispetto ai colleghi dello star system nonostante le possibilità economiche che il suo status gli permetterebbe, e che sembra perdere di vista la celebrità che lo precede, mentre si mette in fila sotto la pioggia per entrare in un locale che sta dando una festa in suo onore o mentre aiuta con i lavori pesanti sul set.
Speriamo di averne delineato, in queste nostre righe, un profilo degno del suo nome di battesimo, che in hawaiano significa fresca brezza oltre le montagne: un nome così leggero, soave, che ci sembra così azzeccato per un uomo che ha saputo, oltrepassando gli ostacoli posti sul suo cammino dal vivere mortale, dare e darci il meglio di sé.
Fonti: Collider – BBC – The Guardian – Culturs – Fandom Wire