Mentre The Penguin si prepara a debuttare su Sky il 20 settembre 2024, uno dei truccatori della serie ha raccontato il lavoro che c’è stato dietro la trasformazione di Colin Farrell nel terribile villain della nuova Gotham appartenente alla Batman Epic Crime Saga.
Dopo aver presentato la nuova serie tv The Penguin, torniamo ad occuparci dello show televisivo in uscita sul piccolo schermo per condividere le parole di Mike Marino, designer del trucco prostetico grazie al quale è avvenuta la metamorfosi dell’attore irlandese nel criminale protagonista del primo spin off di The Batman.
A una precisa domanda dell’intervistatore di Screen Rant a proposito di quanto fatto con Colin Farrell, l’artista ha spiegato:
“Spesso, all’inizio di un film o di una serie, si inizia a sperimentare e a fare tutte queste cose per cerca di capire. È una costante esplorazione del tempo che ci vuole per fare qualcosa. Un giorno provi qualcosa di diverso, e poi lo migliori. E poi pensi: ‘Oh cavolo, ho fatto un casino’, o cose di questo tipo. All’inizio è sempre un processo più lungo, prima di entrare nel flusso. Quando abbiamo iniziato, la preparazione durava 4 ore, che secondo me sono troppe.
Siamo arrivati a due ore e mezza al giorno. Ogni mattina, alcuni giorni alle 2 del mattino, altri alle 5. A volte siamo stati fortunati e abbiamo iniziato a mezzogiorno se stavamo facendo delle riprese notturne o altro, ma ci vuole comunque una buona quantità di tempo durante la giornata. E poi, una volta finito il trucco al mattino, Farrell filmava tutto il giorno e noi speravamo che non andasse in pezzi. Abbiamo anche altri specialisti sul set, per esempio per assicurarci che non sudasse e non si strappasse via tutto.
Poi capitava che a volte, quando si chinava o quando guardava in basso, con la camicia o col vestito sfregasse la camicia. Qualunque cosa facessimo succedeva qualcosa e dovevamo andare a sistemarla o riparlarla e tutto il resto. È un processo piuttosto lungo e lui è stato davvero incredibile e paziente. È stato difficile, ma credo anche che in un certo senso sia stato liberatorio, perché lui ha potuto perdersi completamente e diventare il personaggio”.
Un racconto che dice moltissimo dell’incredibile passione messa dietro le quinte dal gruppo specializzato che ha lavorato su The Penguin per riuscire a catturare l’essenza, anche fumettistica del personaggio DC nella nuova serie HBO.
