Lake Bodom è un film slasher del 2016 diretto da Taneli Mustonen e ispirato a dei fatti di cronaca realmente avvenuti in Finlandia nel 1960. La struttura originale e particolare del film europeo gli permette di essere inserito nel computo di tutti quegli slasher moderni capaci di rivisitare il sottogenere horror regalandogli una nuova freschezza senza stravolgerne i canoni.
Il lungometraggio racconta le vicende di quattro ragazzi in gita sul luogo di un terribile e misterioso massacro avvenuto oltre cinquanta anni prima sulle rive del lago Bodom, intenzionati a risolvere l’arcano su quanto realmente accaduto.
Il racconto che deriverà da queste premesse saprà stupire lo spettatore con una serie di plot twist interessanti e ben realizzati e con una realizzazione tecnica all’altezza delle produzioni hollywoodiane dello stesso tenore.
Un trekking da brivido
Elias, Atte, Ida e Nora si avventurano sulle coste del Lago Bodom per passare una notte lontani dalla routine e approfondire gli eventi capitati decenni prima in quei stessi luoghi: in realtà, le due ragazze vengono attirate in quello sperduto luogo dai due ragazzi con la promessa di un’inesistente festa per fare in modo che Atte possa mettere in pratica la sua ricostruzione realistica della strage da cui sembra essere morbosamente ossessionato.
Messe al corrente dei veri motivi di quel trekking sui generis, Ida e Nora fanno buon viso a cattivo gioco e cercano di godersi la serata anche con l’intento di far superare a Ida un brutto periodo che l’ha vista isolarsi e perdere fiducia nel contesto sociale in cui è inserita.
Quella che è cominciata come una tranquilla, per quanto avventurosa, serata, si trasformerà presto in un nuovo massacro dai risvolti sorprendenti e che trascinerà i quattro giovani in un incubo fatto di bugie, segreti e sangue.
Lake Bodom e il ritorno delle piccole produzioni europee
Taneni Mustonen, con il suo Lake Bodom, di cui è sceneggiatore e regista, presenta un thriller horror dalle riconoscibili caratteristiche e da una fattura più che pregevole per quanto riguardi i movimenti di camera e la direzione del giovanissimo cast a disposizione.
Naturalmente, gran parte del fascino dell’opera deriva dai bellissimi scenari offerti dalla Finlandia che dimostrano, dopo gli esempi di Speak No Evil, di Calibre e di Il Rituale, come i luoghi isolati, soprattutto del nord Europa, non abbiano nulla da invidiare alle suggestioni offerte dagli immensi spazi del continente americano.
Il cast si comporta egregiamente nel riuscire a creare personaggi che, se all’inizio della pellicola sembrano prevedibili e assolutamente inquadrabili, riescono a diventare sempre più ambigui con il prosieguo della narrazione.
Quello che rende interessante il film finlandese è però, senza indugiare troppo in descrizioni che potrebbero sfociare nello spoiler, la struttura a matrioska che lo caratterizza e lo distingue da altri slasher più lineari: questa peculiarità, oltre a rendere più profonda la trama e la psicologia dei personaggi, riesce a tenere lo spettatore in tensione, persino anticipando alcuni indizi che sembrano lasciati lì per caso per poi tornare a sconvolgere il racconto.
Dalla Finlandia con tanto sangue
Lake Bodom è un film divertente e godibile, che indugia il giusto sulle scene più crude e che costruisce una tensione a fasi alterne e che continua a crescere d’intensità fino alle scene finali degli 85 minuti del montaggio finale.
Uno slasher che non intende rivoluzionare il genere ma che riesce a trovare spazio in un sottogenere inflazionato e spesso non rispettato abbastanza in primis dagli stessi scrittori e registi cinematografici.
Una nuova dimostrazione di come le produzioni europee siano cambiate nel corso degli ultimi anni, avvicinandosi a un immaginario più simile a quello del cinema americano pur mantenendo alcune caratteristiche che le aiutano a non soccombere di fronte ai mezzi di Hollywood.
Voto: 7