Danno, Stabber (aka Stabbyoboy) e DJ Craim, a marzo del 2009, uniscono le forze per regalare alla scena hip hop italiana e, oseremmo dire, al mondo intero, un progetto unico nel suo genere, intriso di sonorità fortemente debitrici nei confronti dell’immaginario cyberpunk: Numero 47.

Artificial Kid, questo il nome, mutuato dall’iconico romanzo di Sterling, del gruppo formato dal rapper romano, il Toro Scatenato del Colle der Fomento, dal producer aquilano e dal turntabler fiorentino, che ci regala, con Numero 47, nove tracce che immaginano la distopia di un mondo futuro vista attraverso gli occhi meccanici di un androide.

L’album, che ad oggi, nonostante siano passati più di quindici anni dal suo rilascio, ci sembra più attuale che mai, è considerato dagli esperti del settore una delle pietre miliari della cultura underground italiana per la profondità dei testi portati alla luce, per l’atmosfera futuristica ricreata attraverso le basi a sostegno delle sue rime e per i molteplici riferimenti, più o meno espliciti, alla cinematografia fantascientifica e più in generale all’immaginario pop.

Ed è proprio dei riferimenti ai film, di fantascienza e non solo, che ci accingiamo a parlare in questo nostro articolo, raccogliendo per voi tutte le citazioni cinematografiche contenute nelle tracce di Numero 47.

Essi vivono

numero47

Essi vivono e nel sangue hanno cellule mutanti

Li vedo ad occhio nudo e non mi illudo

Stanno prendendo il nostro posto e sarà il mondo in mano ai replicanti

In Assurdo, la seconda traccia di Numero 47, salta subito alle orecchie degli ascoltatori più attenti il chiaro riferimento al cult movie di John Carpenter: Essi vivono (They Live).

Il film, scritto e diretto dal Maestro dell’horror, a cui abbiamo dedicato un approfondimento che potete trovare qui, nel 1988, nonostante la timida accoglienza iniziale di pubblico e critica, è entrato di fatto e di diritto nella cultura pop come opera fondamentale per la cinematografia fantascientifica. 

Il protagonista del film, John Nada, interpretato da Roddy Piper, si trova a Los Angeles alla ricerca di un impiego, quando rinviene uno strano paio di occhiali da sole che gli donano la capacità di scoprire come, dietro apparenti sembianze umane, si celino dei grotteschi extraterrestri che mirano ad assoggettare l’umanità attraverso una propaganda subliminale.

Blade Runner

numero47

E questo? (Artificial Kid) Modello Nexus 6 

Data di immissione 2016, modello da combattimento

Ottimale, autosufficienza, probabilmente è il leader

Con la quarta traccia contenuta in Numero 47, i riferimenti al cinema sci-fi si fanno sempre più chiari e netti, iniziando con l’Intro del brano: in Ipercubo viene infatti inserita una frase tratta dal capolavoro di Ridley Scott, Blade Runner, a sua volta ispirato dal romanzo cult, antesignano del genere cyberpunk, Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?) di Philip K. Dick.

Il dialogo, che precede le rime scritte da Danno, è tratto dalla scena in cui Rick Deckard, il cacciatore di taglie interpretato da Harrison Ford, si trova a parlare di Roy Batty (Rutger Hauer), il replicante passato alla storia per il suo celebre monologo finale, con il capo della polizia cittadina, Harry Bryant (Michael Emmet Walsh).

Artificial Kid è debitore al thriller noir futuristico del 1982, considerato come uno dei migliori film di fantascienza di sempre, sia per lo scenario distopico e cyberpunk ricreato nel suo primo ed unico album, sia per le sonorità delle basi che sono chiaramente un omaggio all’iconica colonna sonora di Vangelis.

Brother

numero47

Puoi chiamarmi Brother come Beat Takeshi

La traccia è sempre la quarta dell’album, Ipercubo, e questa volta dalla penna di Danno, al secolo Simone Eleuteri, viene fuori un chiaro riferimento alla nona pellicola sceneggiata e diretta dal giapponese Takeshi Kitano: stiamo parlando di Brother, un film del 2000 girato negli Stati Uniti, in cui vengono narrate le vicende di due fratelli invischiati con la Yakuza e loschi traffici.

Kitano, maggiormente noto con lo pseudonimo di Beat Takeshi, utilizzato agli inizi della sua carriera che lo vedeva come attore specializzato in stand-up comedy, è oggi considerato come uno dei più importanti registi orientali viventi per la peculiarità del suo stile cinematografico. 

Nelle sue pellicole è centrale la violenza, sia come tematica utilizzata dal giapponese per esporre la sua visione del mondo carica di inquietudine, sia come mezzo stilistico che, supportato da improvvise accelerazioni d’azione, prive di alcuna transizione, nella stessa scena, dall’utilizzo del fuori campo e dell’ellissi temporale, permette al regista di trasporre sullo schermo la natura tragica ed essenzialmente dolorosa del vivere umano.

Hypercube – Il cubo 2

numero47

MC sei nel mio hypercube e da qui non esci

Continuando nell’analisi delle citazioni cinematografiche contenute nel quarto brano estratto dall’album Numero 47, ci imbattiamo nella pellicola che dà il nome alla traccia: Hypercube – Il cubo 2 è infatti il film del 2002 diretto da Andrzej Sekuła, secondo di una trilogia insieme a Cube (1997), diretto da un esordiente Vincenzo Natali, e Cube Zero (2004), firmato da Ernie Barbarash.

In Hypercube, il polacco Sekula, apprezzato direttore della fotografia che vanta, nel suo curriculum, l’aver collaborato con Tarantino per la realizzazione di Pulp Fiction e Le Iene, riprende l’idea che fu, nel 1997, innovativa e geniale di Natali di utilizzare il solido platonico fatto di innumerevoli stanze, ognuna potenzialmente mortale, come ambientazione per la sua fantascienza, inscenando al suo interno la lotta per la sopravvivenza dei suoi personaggi, alle prese con tematiche complesse, ma, ovviamente, semplificate, come quella del teletrasporto quantistico e della quarta dimensione.

La pellicola sequel del primo Cubo deve molto all’opera dell’italiano, senza però riuscire a coglierne e trasporne l’essenza geniale, come spesso accade per i sequel di pellicole divenute iconiche. 

Vi consigliamo, quindi, dopo aver ascoltato l’album di Artificial Kid, di prendervi il vostro tempo per intraprendere un viaggio nel Cubo, concentrando la vostra attenzione e il vostro tempo nel primo film e, qualora riusciate ad uscirne, di procedere con i successivi capitoli.

Star Wars 

numero47

Sabbipodi nascosti nella sabbia

La traccia è sempre Ipercubo e la citazione è ben chiara ai fan della saga: il Danno fa riferimento, con la strofa dedicata ai sabbipodi, alla galassia lontana lontana di George Lucas.

Apparsi per la prima volta in Star Wars Episodio IV – Una nuova speranza, per poi essere inseriti diverse volte nella trilogia prequel, i sabbipodi sono la popolazione indigena di Tatooine, conosciuta anche con il nome di Tusken: dall’aspetto umanoide, vivono coperti per proteggersi dalla sabbia in clan e tribù.

In diverse interviste e in innumerevoli suoi brani, il Toro Scatenato del Colle der Fomento non ha mai fatto mistero di essere un grande fan, sin da bambino, della saga degli Skywalker tanto da aver riservato al maestro Yoda un posto nel suo personalissimo presepe natalizio.

21 grammi

numero47

E rime ognuna da ventuno grammi

Concludendo con Ipercubo, l’ultima pellicola citata nel brano, se escludiamo da questa nostra lista Toro Scatenato assumendo il chiaro riferimento al capolavoro di Scorsese (che vi consigliamo, in ogni caso, di recuperare anche fosse la milionesima volta) come ricorrente appellativo di Eleuteri per se stesso, è quella diretta dal messicano Alejandro González Iñárritu: 21 grammi.

Rilasciato nel 2003 ed apparso nelle sale cinematografiche italiane l’anno successivo, il film con Sean Penn, Naomi Watts e Benicio del Toro si colloca nella cosiddetta Trilogia della morte del regista e fa riferimento, con il suo titolo, alla teoria del dottor Duncan MacDougall secondo cui l’anima, lasciando il corpo umano al momento della sua dipartita, avrebbe un peso misurabile in ventuno grammi.

Quello di Alejandro González Iñárritu è un film straziante, carico di simbolismi e dalla forte componente filosofico-religiosa, che, a suo tempo, non convinse la critica ma al quale, vista la ricorrenza della tematica dell’anima e del suo presunto peso nello scenario musicale hip-hop, vi consigliamo di dare un’opportunità.

Rollerball

numero47

Il Rollerball è una violenza nata come valvola di sicurezza del nostro sistema, il suo scopo è soltanto questo

Dopo aver analizzato tutte le citazioni cinematografiche contenute in Ipercubo, passiamo alla sesta traccia contenuta in Numero 47, Rollerball, che richiama, nella storia narrata tra le sue barre, l’omonimo film di fantascienza del 1975 diretto da Norman Jewison.

Nel 2018 il mondo non conosce più cosa sia la guerra, la povertà e la divisione in nazioni attraverso i confini. Neanche i governi nazionali hanno più senso di esistere, in un futuro del genere: il pianeta, con il benessere dei suoi abitanti, è controllato dai dirigenti globali di una grande Corporazione, i quali, per assicurarsi l’obbedienza delle masse introducono il rollerball.

Così, fondendo regole e schemi del football americano, del pattinaggio a rotelle, dell’hockey e il motociclismo, l’aggressività repressa della popolazione globale trova sfogo in questo sport violento e brutale in cui si lotta per il dominio di una palla d’acciaio lanciata a quasi duecento chilometri orari.

Il regista canadese, per portare sullo schermo questo mondo del futuro e il suo sport utilizzato come oppio per i popoli, ha dichiarato di essersi ispirato al violento immaginario dell’Arancia Meccanica di Kubrick: quello che ne è venuto fuori, con l’aiuto di un grande James Caan nei panni del protagonista, è un cult senza tempo, che vi consigliamo di recuperare per il suo modo impeccabile di presentare una distopia futura.

Matrix

numero47

Ma le sentinelle sono sulle tracce dei miei sogni

Hanno bloccato ogni accesso per l’ingresso principale

Sono saltati i ponti e tutti i raccordi

Vivo con i ricordi resettati e l’anima da formattare

Con CPSOM (Cyber Punk State of Mind) arriviamo all’ottava traccia contenuta in quello che è, a nostro parere, un raro e prezioso gioiello nel panorama hip-hop italiano, nel suo essere un concept album che ruota intorno alla distopia futuristica, e ritroviamo quello che ci pare essere un chiaro riferimento al mondo di Matrix.

Le sentinelle, nel mondo in cui vive il Neo interpretato da Keanu Reeves, sono robot dall’aspetto tentacolare che cercano di intercettare i ribelli del sistema e bloccarne la sovversione, per evitare che gli umani si sveglino dal sonno indotto nelle incubatrici che li contengono fin dalla nascita e smettano di fornire linfa vitale al mondo delle macchine. 

Oltre a richiamare l’immaginario cyberpunk della saga delle sorelle Wachowski in questa traccia, ricordiamo che nella seconda ristampa dell’album pubblicata nel 2016 da King Kong Posse, con il supporto di Graff Dream, viene rappresentato un neonato che, addormentato e sospeso, è collegato a svariati cavi elettrici proprio come tutti gli umani inconsapevoli in Matrix.

Un oscuro scrutare

numero47

Mi devo comportare come se loro non ci fossero…

Sempre che loro esistano davvero

Potrebbero essere solo frutto della mia immaginazione

Qualunque cosa sia quella che sta osservando, non è umana

Non è come gli occhi scuri della piccola Dona e non batte mai le ciglia

Che cosa vede uno scanner?

Vede dentro la testa? Vede dentro il cuore?

Vede dentro di me, dentro di noi?

Vede in modo chiaro o scuro?

Spero che veda in modo chiaro perché io non riesco più a vedere dentro di me

Io vedo solo tenebre

Spero per il bene di tutti che gli scanner vedano meglio

Perché se lo scanner vede solo in modo oscuro così come me

Allora sono dannato, dannato per sempre

E in questo modo finiremo per morire tutti, conoscendo poco o niente

E su quel poco che conosceremo ci saremo anche sbagliati

Se il riferimento a Matrix era velato nelle barre scritte dal Danno, la citazione ad un altro capolavoro che vede come protagonista quello che abbiamo definito l’antidivo di Hollywood, Keanu Reeves, è ben più esplicita: nel finale di CPSOM, infatti, viene riportato il monologo finale di Un oscuro scrutare nella versione italiana doppiata da Luca Ward.

Il film, tratto dal romanzo distopico di Philip K. Dick, è stato diretto da Richad Linklater nel 2006 e vanta nel cast, al fianco di Reeves nei panni di Bob Arctor, Winona Ryder, Robert Downey Jr e Woody Harrelson.

Oltre a consigliarvi di recuperare il film per l’ottima trasposizione cinematografica di uno dei più angoscianti romanzi dello scrittore di Chicago, vi segnaliamo la pellicola per la sua particolare resa visiva che, in termini temporali, costò circa diciotto mesi di post-produzione: una volta girate le scene in live action, infatti, Linklater volle dare alla sua opera l’aspetto di un cartone animato con la tecnica del rotoscopio, avvalendosi della stessa sperimentazione estetica già usata in Waking Life (2001).

V per Vendetta

numero47

Voglio ricordare che all’epoca la situazione era molto caotica

Adesso non abbiamo i problemi che avevamo allora

Abbiamo fatto tutti quello che dovevamo

E in quelle circostanza abbiamo fatto il meglio che potevamo

Concludiamo l’onirico viaggio cinematografico attraverso le tracce di Artificial Kid in Numero 47, con il nono ed ultimo brano dell’album, Dis-u-topia, che contiene un passaggio originale di V per Vendetta, il film del 2005 diretto dall’australiano James McTeigue tratto dall’omonima graphic novel scritta da Alan Moore ed illustrata da David Lloyd.

Le parole contenute nell’intro del brano sono quelle dell’ispettore Finch, interpretato da Stephen Rea e doppiato in italiano da Marco Mete, che, mentre si trova ad indagare sul terrorista che porta la maschera di Guy Fawkes per conto del governo, è costretto a fare i conti con tutte le incongruenze nella storia che condusse il Norsefire al potere.

La sceneggiatura del film fu curata da Lana e Lilly Wachowski, all’epoca Larry e Andy, che ne offrirono la regia a McTeigue mentre veniva postprodotto il terzo capitolo di Matrix: nonostante Alan Moore non si ritenne soddisfatto del lavoro svolto, tanto da non voler apparire nei crediti della pellicola, riteniamo che anche questo film, che vede Hugo Weaving, l’agente Smith di Matrix, nei panni di V e Natalie Portman nel ruolo di Evey Hammond, sia da recuperare per chiudere il cerchio nel mare di cultura cinematografica navigato da Danno, Stabber e DJ Craim nel loro Numero 47.

In conclusione, dopo aver raccolto per voi tutte le citazioni e gli omaggi al mondo del cinema di Artificial Kid nel viaggio compiuto dall’androide Numero 47 nel concept album a lui dedicato, vi ricordiamo che l’opera non si conclude con le tracce finora analizzate.

Nel 2015, infatti, la Tannen Records ha stampato 1500 copie in vinile del disco contenenti tre bonus tracks: Artificial breaks (interamente strumentale), La verità (reprise) e Rollerball (reprise).

Ma il progetto nato dalla mente contorta e geniale del Jedi Master Danno, come ama autodefinirsi l’accanito fan di Star Wars frontman dei Colle der Fomento, non finisce qui: nella prima edizione, infatti, segnaliamo la presenza di un booklet contenente disegni originali del fumettista ed illustratore CHAMPA che si ispirano all’immaginario cyberpunk del disco e rappresentano il cyborg 47 nelle sue avventure elettroniche.

Vi segnaliamo e lasciamo, inoltre, il videoclip diretto da Lidia Ravviso de La verità nella sua versione al violino: girato interamente nella suggestiva Zona Rossa de L’Aquila post terremoto, il video, reso in bianco e nero, ci presenta il Danno in versione androide che si aggira tra le rovine post-apocalittiche della città, aggiungendo un pezzo al complesso puzzle dell’opera cyberpunk di Artificial Kid.

Un lavoro unico nel suo genere e destinato a non avere un seguito, come dichiarato dai membri del gruppo in svariate occasioni ed interviste: una gemma perfetta ed irripetibile, quasi abbagliante nella sua brevità che sa dire tutto nello spazio concessole, che ha saputo fondere lo scenario cyberpunk, caro a tanti appassionati del genere, alle sonorità elettroniche dei suoi beat e alle sue barre affilate e taglienti, cariche di significati nascosti ed amore per la settima arte.

Fonte: Goldworld