Il terzo episodio di The Penguin è finalmente disponibile su Sky Atlantic e su Now TV per portarci ancora una volta nei meandri di Gotham e raccontare il tentativo di assurgere al potere della città da parte del gangster Oswald Cobblepot.
Bliss, questo il titolo della puntata, continua a porre i riflettori sui personaggi della vicenda, attraverso una storia di crimine che si fa ancora più profonda e intensa e che continua a intrappolare i protagonisti in una ragnatela d’eventi sempre più a metà strada tra il paradiso e l’inferno.
Oz, in tutto questo, è marionetta e burattinaio, pronto a camminare sul filo del rasoio e, almeno apparentemente, capace di uscire da ogni situazione scomoda nel migliore dei modi: il fatto che quelle situazioni siano frutto dei suoi comportamenti fa semplicemente parte di un gioco a cui Il Pinguino sembra pronto a giocare e per cui vincere o perdere significa prendere tutto o niente.
Il nuovo inizio degli abitanti di Gotham
Bliss comincia con un flashback della vita di Victor prima dell’allagamento di Gotham, della distruzione della sua casa e della morte dei suoi genitori. Il nuovo tirapiedi di Oz ci viene presentato come un ragazzo con la testa a posto, innamorato della sua ragazza, Graciela, e desideroso di una vita migliore per sé e per la sua famiglia.
Tornati al presente di The Penguin, arriva il momento per Oswald e Sofia di mettere in atto il piano per cominciare a spacciare la nuova droga tra gli abitanti della Gotham disastrata, mentre Victor, contattata Graciela che lo informa della sua imminente partenza, valuta di lasciare il suo nuovo capo, per quanto timoroso della sua possibile reazione.
Mentre il progetto di Oz, tra mille ostacoli, comincia in qualche modo a funzionare, i troppi intrecci perversi messi su dal criminale mostrano ancora una volta tutte le proprie crepe e fragilità e le contraddizioni e la durezza della vita di strada cominciano a preoccupare e, ad un tempo, ad affascinare il giovane autista improvvisato.
The Penguin e le molteplici facce del trauma
Terzo episodio e terza presentazione per Craig Zobel, che questa volta, lavorando su uno script di Noelle Valdivia, si concentra sulla figura di Victor Aguilar, interpretato da un bravissimo e intenso Rhenzy Feliz, sempre più nel centro della narrazione.
Finalmente ci viene mostrato il ragazzo per quello che davvero fosse prima di essere beccato da Oswald a trafficare con i cerchioni della sua Maserati viola e prima che le azioni dell’Enigmista non lo lasciassero orfano, privo di un tetto sotto cui dormire e senza nessuna speranza per il futuro.
Il nuovo incontro con la ragazza che frequentava prima della fatidica sera dell’incontro con Oz gli insinua dei dubbi a proposito di quello che realmente desideri e a proposito della sua appartenenza a un contesto come quello della criminalità di Gotham.
Dopo la parentesi di La Talpa, in cui, come abbiamo già detto, viene quasi lasciata un po’ da parte, è la stessa città a tornare protagonista della vicenda e fin dall’inizio della terza puntata sembra quasi di essere all’interno di un episodio di The Wire, con Gotham al posto della Baltimora raccontata nella splendida serie tv creata da David Simon ormai oltre vent’anni fa.
Le inquadrature ampie della metropoli, il racconto fugace dei loschi traffici di cui, anche alla luce del sole, è testimone e foraggiatrice, il ritmo del racconto che fa il paio con quello della vita notturna che la animano, mettono Gotham al centro della scena, mostrando la sua capacità di cambiare, spesso in peggio, gli uomini e le donne che la abitano, tanto da costringere alla fuga quelli che avessero avuto un presentimento di questa sua anima oscura.
In questo senso, la visione quasi onirica dovuta a una suggestione di Victor, trasforma una sequenza in una scena horror riuscitissima e che ci spinge a comprendere come la tragedia muti le persone a seconda delle necessità e come il trauma sia capace di plagiarle intellettualmente e spiritualmente, oltre che di vendere, naturalmente.
Nel corso dell’episodio, Oswald sarà costretto a tirare fuori ancora una volta degli assi inaspettati dalle proprie maniche, che ci vengono mostrate sempre più sporche di sangue e fango, prendendo decisioni rapide e che, come sempre, lo porteranno ad avere la meglio a dispetto della fiducia e della considerazione dei suoi simili.
Proprio a proposito della fama del protagonista, per la prima volta nella serie viene usato il suo soprannome, Il Pinguino, in maniera dispregiativa, a sottolineare come all’interno del suo ambiente, nonostante le pretese di Oswald, lui non sia visto come altro che un personaggio grottesco, incapace e inaffidabile.
Una storia sempre più ampia e delineata
Bliss continua in maniera magistrale la sua costruzione dell’universo di The Penguin e più in generale di quello della Epica saga criminale di The Batman, non limitandosi a porre l’accento sulla figura di Oswald Cobblepot, e proseguendo, invece, a raccontare il complesso labirinto di personaggi e situazioni che compongono una vicenda più ampia.
Alla fine del terzo episodio tutto torna a essere in bilico e ogni mossa sembra potersi rivelare come quella decisiva, mentre Oz continua a fare e a disfare a seconda del momento e in un modo che continua ad apparire confuso e privo di logica.
La quarta puntata di The Penguin sarà trasmessa in Italia a partire dal 14 ottobre 2024, e segnerà il giro di boa di quella che fino a questo momento continua a confermarsi come una splendida serie noir dai toni scuri e sporchi e dai risvolti imprevedibili.
Voto: 8.5 /10
[…] inizia con un nuovo punto di vista degli eventi finali di Bliss, mostrandoci la presa di coscienza definitiva da parte di Sofia del fatto che ad assassinare […]