Nel 2024 si celebrano i 25 anni dall’uscita di The Blair Witch Project, uno dei film horror più particolari e discussi della sua epoca e, certamente, un successo dal punto di vista commerciale che ha pochi eguali nella storia della Settima Arte.
Prodotto con un budget di circa trecentomila dollari, il mockumentary, scritto e diretto da Daniel Myrick e Eduardo Sánchez, ha dato nuova vita alla tecnica del found footage che da quel momento sarebbe stata sempre più utilizzata, soprattutto nell’ambito del cinema horror.
L’opera dei due filmmaker emergenti ha sovvertito le regole del cinema dal punto di vista produttivo e promozionale, finendo per diventare un cult e un esempio di come un processo creativo originale possa dare i propri frutti al di là di alcuni limiti tecnici.
The Blair Witch Project: uno script al servizio della creatività
Parlando delle particolarità del film, sicuramente peculiare è la storia che riguarda la sceneggiatura da cui ha preso vita The Blair Witch Project, studiata per essere completamente diversa dal solito e per ottenere un preciso risultato sullo schermo.
A proposito della sua creatura, Daniel Myrick aveva riferito, in una vecchia intervista con The Guardian:
Il punto di vista del cast
A proposito dell’intero processo di riprese, uno degli interpreti, Joshua Leonard, ha ricordato:
Un modo di fare cinema poco convenzionale ed estremamente redditizio, considerati l’incasso globale che si è aggirato intorno ai 250 milioni di dollari, l’apprezzamento da parte del pubblico e della critica e l’eredità lasciata al cinema di genere da The Blair Witch Project.
A proposito di curiosità e di horror, vi lasciamo alla storia della disavventura che ha ispirato Joe Cornish per la creazione di Attack the Block.
Fonte: The Guardian
[…] aver parlato della strana sceneggiatura di The Blair Witch Project, torniamo dunque a occuparci degli espedienti utilizzati dai filmmaker per dare vita, nella maniera […]