Il 14 ottobre del 1994 debuttava oltreoceano, per poi arrivare in Italia due settimane dopo, uno dei film più iconici del panorama cinematografico mondiale: trent’anni fa, Quentin Tarantino ci regalava il suo Pulp Fiction, una pellicola che sa coniugare umorismo e una massiccia dose di violenza, e che ben presto è divenuta un fenomeno culturale.
Tra gli interpreti del secondo lungometraggio del regista di Knoxville, che ne consacrò il successo ad Hollywood, troviamo attori del calibro di John Travolta, Samuel L. Jackson, Bruce Willis, Tim Roth e Uma Thurman.
Un cast del genere, unito ad una sceneggiatura che non rispetta l’ordine cronologico degli svariati eventi che ne infarciscono la trama, in cui si intrecciano in maniera assurda i micromondi dei personaggi, e che si ispira, per stessa ammissione del regista, ai noir e B movie degli anni ‘30 di cui si era cibato per l’intera adolescenza, diede vita al capolavoro premiato lo stesso anno al Festival di Cannes e che, ad oggi, resta impresso nell’immaginario collettivo come una delle opere cinematografiche più riuscite dell’ormai sessantenne.
Se possiamo con certezza affermare che alcuni passaggi del film siano divenuti per molti di noi tanto familiari da poter essere rivissuti a memoria come fossero proiettati nuovamente sullo schermo, altrettanto celebri e riconducibili all’opera sono divenuti alcuni oggetti di scena, grazie alla maestria con la quale Tarantino ha saputo far ruotare loro intorno gli eclettici dialoghi tra i protagonisti, che ci ritroviamo a citare puntualmente anche oggi.
Per celebrare l’anniversario dell’uscita di Pulp Fiction, vi presentiamo dunque una lista di cinque elementi scenici, utilizzati come espedienti narrativi e riconducibili ad altrettanti evocativi passaggi della pellicola, divenuti iconici per il pubblico dei fan.
L’hamburger del Big Kahuna Burger
Il cibo è un elemento molto presente nella filmografia di Tarantino e, in particolare, il regista inserisce con ricorrenza un piatto tipico della cultura culinaria statunitense: l’hamburger.
Infatti, prima di recitare il suo epico monologo contenente un fittizio passo della Bibbia, il celebre Ezechiele 25:17 che Tarantino fa pronunciare al personaggio di Samuel L. Jackson prima di premere il grilletto come omaggio al film Karate Kiba, Jules assaggia, o meglio, divora l’hamburger di uno dei tre ragazzi.
Il panino in questione non è un cheeseburger qualsiasi, la colonna portante di ogni colazione vitaminica, non è un quarto di libbra con formaggio, ma è il celeberrimo cheeseburger del Big Kahuna Burger, la catena fittizia di fast food hawaiani già comparsa nelle Iene e citata nuovamente in Death Proof (Grindhouse) e in Four Rooms.
Un frullato da cinque dollari
Prima della famosa gara di twist che vede Vincent Vega ballare con Mia Wallace rigorosamente scalza, vista l’ossessione di Tarantino per le riprese nel dettaglio dei piedi femminili ed in particolare di quelli di Uma Thurman, i due si siedono al tavolo del Jack Rabbit Slim’s e un cameriere prende loro l’ordinazione.
Una delle scene più famose del film è preceduta dal variegato dialogo tra i due personaggi che si consuma mentre la signora Wallace sorseggia un milkshake da cinque dollari con panna e ciliegia al maraschino.
Un frullato, tanto costoso da destare la curiosità di Vincent sul suo sapore, utilizzato da Tarantino come espediente per dar inizio ad una serie di eventi, a metà tra il comico ed il tragico, che vedrà come protagonisti lo scagnozzo di Marsellus Wallace e sua moglie.
L’iniezione di adrenalina
La serata di Vincent e Mia, iniziata sorseggiando un frullato, prende una piega drammatica quando la signora Wallace, indossando il soprabito del killer, trova una bustina contenente polvere bianca e decide di assaggiarla, convinta di trovarsi di fronte ad una dose di cocaina.
Tornato dal bagno, Vincent si trova di fronte alla moglie del suo capo agonizzante a terra: terrorizzato, il personaggio interpretato da Travolta si lascia convincere dal suo spacciatore a tentare di salvare la vita della ragazza, finita in overdose, praticandole, in una tesissima situazione che ha del tragicomico, una disperata iniezione intra sternale di adrenalina.
La sequenza narrativa, che ruota intorno a questo insolito oggetto, fu realizzata filmando l’estrazione dell’ago dal petto di Uma Thurman e proiettando la ripresa al contrario.
Il chopper di Zed
Il pugile Butch Coolidge, interpretato da Bruce Willis, decide di fottere Marsellus Wallace e di vincere l’incontro di boxe che avrebbe dovuto perdere per volere del gangster. Ma le conseguenze del gesto saranno più assurde ed inaspettate di quanto l’uomo potesse mai immaginare: scampato dalla mitraglietta di Vega, finisce legato e stordito nel retrobottega di un negozio dei pegni proprio con Wallace, dove Maynard, il gestore dell’attività, e la guardia giurata Zed, suo complice, progettano di fargli la festa.
In un susseguirsi di violenti colpi di scena, Butch riesce a scampare dalla situazione ed ottenere la clemenza di Marsellus, tornando a riprendere, sul chopper di Zed, il suo preziosissimo orologio d’oro e la sua fidanzata, pronto a lasciare per sempre Los Angeles.
La battuta Zed è morto, piccola, pronunciata in strada, sotto la finestra del motel, a bordo del chopper Harley Davidson FXR, resta ad oggi nella storia del cinema contemporaneo ed è divenuta tanto epica da continuare ad essere fonte d’ispirazione per la Rete e la sua fabbrica di meme.
La valigetta
Dulcis in fundo, come non citare, in questa nostra lista, la mitica valigetta del film?
Intorno a questo MacGuffin ruota gran parte della narrazione della pellicola e, ancora oggi, riguardando i capitoli che compongono Pulp Fiction, siamo sicuri che tornerete ad interrogarvi sul contenuto della valigetta recuperata da Vincent e Jules.
Ma ci dispiace informarvi che, nonostante le numerose e fantasiose speculazioni della critica e le altrettanto fitte teorie circolate in Rete negli anni, tutto quello che la valigetta contenesse erano due luci, la batteria e l’essenza stessa della suspence.
Ed è così che un oggetto comune e, se vogliamo, banale può divenire un espediente narrativo nelle mani di un grande sceneggiatore: la natura dell’oggetto, o il suo contenuto, nel caso della valigetta di Tarantino, non è importante, ciò che conta è l’effetto che genera nell’intreccio della trama e l’interesse destato nello spettatore.
Sperando di aver reso giustizia al capolavoro neo-noir che incoronò nel 1994 Tarantino, all’epoca trentenne, come l’enfant prodige di Hollywood, vi lasciamo il video di Samuel L. Jackson che recita, sul suo profilo Instagram, il celebre monologo biblico che ha contribuito, con l’ausilio del formidabile cast e delle assurde scene immaginate dal regista intorno agli elementi citati in questo articolo, a fare di Pulp Fiction non un semplice film, ma un pilastro della cultura pop postmoderna.