Furiosa: A Mad Max Saga ha riportato nelle sale l’universo post-apocalittico e dieselpunk costruito da George Miller lasciando da parte, per la prima volta nel corso della serie di lungometraggi, la figura del grande protagonista dei primi quattro film.
Già dal primo capitolo, datato 1979, è stato evidente come il mondo creato dal filmmaker australiano fosse complesso e fondamentale nello sviluppo dei personaggi e delle storie che sarebbero state presentate nei decenni successivi, e che sarebbero state d’enorme ispirazione per il sottogenere della fantascienza.
In un’intervista riguardante il prequel di Mad Max: Fury Road, Miller ha risposto a una domanda inerente la costruzione del contesto politico del franchise, elemento imprescindibile della trama del film e descritto nel dettaglio durante la narrazione di Furiosa: A Mad Max Saga.
Dopo aver condiviso i bozzetti di preparazione di Mad Max: Fury Road, torniamo dunque ad occuparci della saga nata dalla mente del regista di Brisbane per riportare le sue dichiarazioni rilasciate qualche mese fa al The New Yorker.
Rispondendo a una precisa curiosità a proposito dei giochi di potere in Furiosa: A Mad Max Saga, Miller ha spiegato:
Una riflessione, quella di George Miller, che al di là delle dinamiche appartenenti al franchise di Mad Max, mette in risalto come la costruzione e la conservazione di uno status derivino da una necessità tutta umana che, in ambito storico, fantascientifico o fantasy tendono a risolversi sempre nelle stesse dinamiche architettoniche e sociali.
A proposito di Mad Max, vi lasciamo a una nostra lista di 11 antieroi del cinema e della televisione incredibilmente affascinanti e carismatici.
Fonte: The New Yorker