The Wire è senza alcun dubbio uno degli show televisivi più riusciti di sempre e, in questo senso, certamente una delle serie quasi dimenticate che sarebbero da riscoprire a tutti i costi, considerando anche come, nonostante gli anni passati, sappia risultare fresca ed estremamente moderna anche oggi.
Il successo del prodotto HBO è stato testimoniato anche da una richiesta alquanto particolare da parte di un procuratore generale, Eric Holder, che, nel corso di un incontro con alcuni membri del cast, si era ritrovato, nel 2011, a chiedere esplicitamente una nuova stagione ai due creatori e sceneggiatori, David Simon ed Ed Burns.
Allo stesso modo peculiare era stata però la risposta di David Simon che, per quanto sicuramente lusingato dalle parole dell’uomo di legge, aveva fatto una richiesta ben precisa come conditio sine qua non per tornare al lavoro sulla storia ambientata tra le strade di Baltimora.
Dopo aver ricordato di quella volta in cui George Romero e Stephen King avevano quasi adattato per il cinema L’Ombra dello Scorpione, torniamo a occuparci di un’opera mai venuta alla luce (anche se in questo caso si parla soltanto di una stagione successiva al finale della serie) per riportare del curioso botta e risposta tra il procuratore e l’autore.
Come detto, in occasione di un incontro per la sensibilizzazione dei giovani sul tema delle droghe e delle dipendenze al quale parteciparono Wendell Pierce, Sonja Sohn e Jim True-Frost, tre tra i protagonisti di The Wire, Holder si è lasciato andare, tra il serio e il faceto, a un’importante richiesta al duo Simon-Burns:
La riposta di Simon non si era fatta attendere ed era stata recapitata al procuratore attraverso una mail inviata al quotidiano britannico The Times, che era stato chiamato a riportare la richiesta, piuttosto provocatoria:
Una richiesta, quella di Simon, evidentemente irricevibile e assolutamente inconciliabile con le decisioni politiche e sociali portate avanti dal dipartimento di giustizia di Washington ma che sono esplicative del pensiero e del punto di vista di Simon che si è a lungo occupato, nel corso della sua carriera di giornalista del contesto criminale legato alle droghe e e del lavoro delle forze di polizia e degli organi di giustizia in merito.
A prescindere dal mancato accordo tra le due parti, a oltre quindici anni dalla fine di The Wire, non possiamo che consigliare la visione delle vicende del detective McNulty e degli altri protagonisti dello show, disponibili su Sky, e lasciarvi con la nostra recensione dell’ottavo bellissimo episodio di The Penguin, nuova serie HBO ambientata nell’universo del The Batman di Matt Reeves.
Fonte: SlashFilm