The Boys è una della serie televisive più irriverenti e interessanti degli ultimi anni, grazie alla sua capacità di coniugare un peculiare racconto supereroistico a una critica neanche troppo velata del sistema politico, sociale e mediatico nel quale ci troviamo a vivere.
A questo proposito, nel corso di una recente intervista con Variety, il creatore dello show distribuito da Amazon Prime Video ha specificato come, secondo il suo punto di vista, non sarebbe stata tanto The Boys a riflettere certi aspetti della realtà, quanto piuttosto il mondo reale (non solo gli Stati Uniti d’America) a virare in maniera preoccupante nella direzione mostrata in maniera provocatoria dalla serie.
Dopo aver condiviso la nostra prima presentazione dell’adattamento per il piccolo schermo de Il Neuromante, torniamo dunque a occuparci di prodotti per la televisione per riportare le parole di Eric Kripke a proposito della controversa somiglianza della nostra società con quella rappresentata nella serie tratta dal fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson.
Queste le parole, nello specifico, del creatore dello show del colosso di Jeff Bezos a proposito della sinistra somiglianza di certe dinamiche reali con la narrazione messa sullo schermo nel corso delle prime quattro stagioni di The Boys:
Quindi, consapevole della nuova situazione, nel realizzare la quarta stagione la produzione ha deciso di cogliere l’opportunità per costruire una satira del complesso mondo in cui siamo immersi:
Un curioso caso, dunque, almeno a detta di Kripke, di realtà che imita l’arte che si ritrova a imitare nuovamente la realtà. In attesa di poter vedere la quinta stagione di The Boys, vi lasciamo alla nostra recensione di Midnight Mass, serie horror scritta e diretta da Mike Flanagan disponibile in streaming su Netflix.
Fonte: Variety