Guillermo del Toro ha dimostrato, nel corso della sua carriera, di essere un artista tanto appassionato quanto meticoloso nel portare in scena le storie che ha sempre saputo raccontare in maniera assolutamente peculiare e personale.
Questa sua attenzione ai dettagli, se da una parte è certamente sinonimo di qualità, da un altro punto di vista comporta, per i membri della produzione e del cast, la necessità di rispondere alle esigenze, a volte complicate da soddisfare, del filmmaker messicano.
Dopo aver condiviso un nostro approfondimento sulla passione di Guillermo del Toro per i mostri, torniamo a occuparci dell’eclettico regista per riportare le parole di Kate Hawley, costumista con cui ha collaborato sui set di Crimson Peak e di Pacific Rim, a proposito delle difficoltà lavorative legate alle richieste del nativo di Guadalajara.
La realizzazione di un progetto ambizioso come quello di Pacific Rim, uscito nel 2013, dopo una lunga pausa di del Toro seguita al secondo capitolo di Hellboy, ha comportato, infatti, un complesso lavoro per quanto riguardi le scenografie e gli aspetti tecnici della produzione.
Come spiegato dalla costumista, il lavoro sui set esterni e interni, non fu mai semplice o banale:
Del Toro, dal canto suo, è riuscito, come ha ricordato l’attore Burn Gorman, a tenere tutto in piedi grazie alla sua dedizione, al buon esempio che dimostrava e al carisma con cui si assicurava che tutto fosse sostenibile dal punto di vista umano:
Il filmmaker tornerà presto al cinema con il suo Frankenstein: in attesa di poter vedere questa nuova attesissima opera (forse in assoluto la più sentita a livello emotivo da parte del regista), vi lasciamo alla curiosa storia che ha visto protagonista Guillermo del Toro in una camera d’albergo infestata sul set dell’adattamento del romanzo di Mary Shelley.
Fonte: Variety