Wolf Man, nelle sale cinematografiche in questo primo mese del 2025, continua la riproposizione dei mostri classici del cinema dopo il Nosferatu di Robert Eggers e in attesa dell’attesissimo Frankenstein targato Guillermo del Toro.
In una clip dietro le quinte, il regista e sceneggiatore Leigh Whannell e il responsabile del trucco e degli effetti speciali del film hanno spiegato quali siano state le loro ispirazioni nel portare sullo schermo la creatura interpretata da Cristopher Abbott e come abbiano deciso di approcciare, dal punto di vista tecnico, la trasformazione del personaggio.
Dopo aver riportato le parole del designer del trucco di Colin Farrell in The Penguin a proposito del lavoro sulla bellissima miniserie HBO, torniamo dunque a occuparci del lavoro fatto lontano dalle camere da presa per condividere il pensiero dei due artisti e goderci l’interessante video a corredo dell’intervista.
Wolf Man segue le vicende di Blake, marito e padre di San Francisco che eredita la casa in cui aveva vissuto da bambino, nella campagna dell’Oregon dopo la scomparsa del padre, dato per morto. Con il proprio matrimonio in bilico, Blake convince la moglie Charlotte a prendersi una pausa per visitare la proprietà con la figlia Ginger. Arrivati alla casa i tre vengono attaccati da un qualche tipo di animale e si rifugia all’interno delle mura dell’abitazione. Durante la notte, però, Blake comincia a comportarsi in maniera strana, trasformandosi in qualcosa di sconosciuto. A quel punto Charlotte sarà costretta a decidere se il terrore all’interno della casa sia più letale della minaccia che li aspetta all’esterno.
Ovviamente, tra i momenti più suggestivi della pellicola ci sono le fasi della trasformazione del protagonista, rese dal filmmaker seguendo un preciso schema di lavoro che si rifacesse il più possibile a grandi :
In questo senso, Arjen Tuiten, designer degli effetti dell’opera ha continuato:
Dichiarazioni che ribadiscono come nell’ultimo periodo il concetto di body horror stia riprendendo piede nell’industria cinematografica dopo il successo di The Substance, facendo rivivere al genere un fasto che non conosceva dalla fine del secolo scorso.
In attesa di capire se questa tendenza avrà la forza di continuare, vi lasciamo alla curiosa storia che ha visto Guillermo del Toro alle prese con una camera infestata durante le riprese di Frankenstein e quella della rivincita di John Carpenter dopo le brutte recensioni ottenute inizialmente da La Cosa.
Fonte: SciFiNow