Guillermo del Toro si prepara a portare sullo schermo il suo adattamento di Frankenstein, opera dall’importante significato per il filmmaker messicano (da sempre ispirato dal racconto della Creatura nata dalla penna di Mary Shelley) capace, in ogni film, di esplorare il fantastico nelle sue diverse declinazioni.
In una vecchia intervista rilasciata alla Directors Guild of America, l’autore ha avuto modo di esplorare tanto il proprio processo creativo nel dare vita ai suoi mostri e alle ambientazioni misteriose portate in scena attingendo dalla propria immaginazione quanto l’importanza di un mezzo potente come la fantasia.
Dopo aver raccontato l’affascinante storia della genesi del Frankenstein di Mary Shelley, torniamo dunque a parlare della nuova trasposizione cinematografica del primo libro di fantascienza della storia della letteratura per esplorare più da vicino il lavoro del regista, chiamato a riportare sotto i riflettori un altro grande personaggio dell’horror dopo la riproposizione del Conte Orlok nel Nosferatu di Robert Eggers.
La filmografia del regista di Guadalajara tradisce, senza la possibilità di equivoci, l’amore di del Toro per i mostri e per i mondi fantastici, spesso utilizzati come metafore per descrivere la nostra realtà o per sottolineare punti di vista differenti e assolutamente peculiari.
Nel corso di un’intervista con il sindacato dei registi risalente all’inverno 2014, l’artista ha spiegato cosa lo affascini maggiormente della possibilità di costruire mondi lontani da quello concreto:
A proposito del mettere insieme le idee che porteranno alla costruzione di un universo o di una creatura, del Toro ha poi continuato:
In attesa di poter godere della cura nei dettagli che l’autore avrà riservato al mostro che più di ogni altro da sempre lo abbia attratto, vi lasciamo al curioso racconto della disavventura di Guillermo del Toro in una camera d’albergo infestata durante le riprese di Frankenstein.
Fonte: DGA.org