The Order, film del 2024 diretto da Justin Kurzel, ha portato sullo schermo le vicende inerenti le indagini delle forze dell’ordine governative statunitensi nei confronti delle azioni di un gruppo di suprematisti bianchi attivo nella parte occidentale degli USA durante gli anni ’80 del secolo scorso.
Il lungometraggio prende spunto da un saggio scritto nel 1989 da Kevin Flynn e Gary Gerhardt e mette in scena il racconto della breve e violenta vita del movimento The Order, ispirato nelle sue azioni da un controverso libro di fantascienza pubblicato nel 1978 e spesso motivo di suggestione per i fanatici neonazisti della Terra delle Opportunità.
A margine dell’ottimo lavoro compiuto dal filmmaker australiano e dallo sceneggiatore Zach Baylin, ci sembra interessante poter ripercorrere a grandi linee quella che è stata la vera storia che ha ispirato i due scrittori e questa interessante produzione cinematografica canadese, partendo dagli uomini e dai fatti che sono stati ritratti nelle opere fino ad arrivare ad analizzare il romanzo al centro della narrazione, I Diari di Turner.
Dopo aver proposto la nostra recensione di Civil War, scritto, ideato e diretto da Alex Garland, torniamo a occuparci di uno dei grandi temi che mettono a rischio l’integrità della comunità statunitense tuffandoci in un’America degli anni ’80 che ricorda in modo sinistro alcune frange della nostra società contemporanea.
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The Order storia vera
I Diari di Turner
Libro The Order
Robert Jay Mathews"
The Order: la storia di Robert Jay Mathews, dell’organizzazione The Order e dell’operazione dell’FBI
I primi anni di Robert Jay Mathews
Robert Jay Mathews crebbe a Phoenix, capitale dell’Arizona dopo essere nato il 16 gennaio 1953 a Marfa, in Texas: dimostratosi fortemente interessato dalla storia e dalla politica già in tenera età, comincia a muoversi attivamente dopo aver mollato la scuola all’ultimo anno di liceo, formando i Sons of Liberty, un piccolo gruppo paramilitare anticomunista che arrivò a contare fino a 25 uomini tra le sue fila formate prevalentemente da survivalisti e mormoni.
Dopo aver avuto piccoli problemi con la legge ed essersi trasferito a Metaline Falls, nello stato di Washington, si avvicina agli ambienti di estrema destra e ai movimenti di supremazia bianca entrando a far parte della National Alliance fondata da William Luther Pierce, autore de I Diari di Turner.
Nel 1982 Mathews comincia a frequentare la congregazione della Chiesa cristiana di Gesù Cristo posta all’interno del campo dell’Aryan Nations di Hayden Lake, nell’Idaho, per poi fondare il suo The Order, conosciuto anche come White American Bastion, un gruppo scissionista dell’organizzazione atto a chiamare alle armi i contadini e allevatori bianchi nel nome di una dottrina cristiana influenzata dal pensiero nazista e di stampo fortemente razzista.
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The Order storia vera
I Diari di Turner
Libro The Order
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La nascita di The Order
Nel settembre del 1983, una riunione all’interno della proprietà dell’uomo a cui furono invitati otto uomini considerati degni di fiducia diede infatti vita alla Silent Brotherhood, la Fratellanza Silenziosa che, ispirandosi al romanzo di Pierce, si prefissava di rovesciare il governo politico degli Stati Uniti considerato vittima di una sorta di occupazione sionista.
Come nel romanzo, Mathews e i suoi uomini cercarono di finanziare la rivoluzione attraverso la stampa di banconote false e l’attuazione di violente rapine capaci di scatenare il panico e fornire al The Order la forza economica per espandersi e organizzare i propri piani.
In un’escalation di violenza che prevedeva l’utilizzo di ordigni esplosivi per sviare l’attenzione delle forze di polizia e per intimidire la comunità ebraica attraverso atti di terrorismo, il gruppo armato cominciò a farsi conoscere e a far parlare di sé all’interno del contesto politico di riferimento.
La prima vittima dell’organizzazione fu, in questo contesto, Walter Edward West un membro dell’Aryan Nations reo di aver spettegolato troppo a proposito delle azioni compiute dalla banda di Mathews e per questo giustiziato e sepolto nei boschi della Kanisku National Forest.
Il secondo omicidio commissionato da Robert Mathews e decisamente più politico e mirato fu quello di Alan Berg, speaker radiofonico ebraico che dalla sua postazione di Denver si divertiva a polemizzare in diretta con i membri di gruppi estremisti di natura razzista e antisemita.
Il 18 giugno 1984, in un agguato minuziosamente preparato in giorni di appostamenti e studio, Bruce Carroll Pierce colpì Berg con 12 colpi esplosi dalla sua mitraglietta MAC-10, lasciando l’uomo esanime di fianco al Maggiolino Volkswagen da cui era appena sceso.
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I passi falsi e l’inizio della caccia all’uomo
L’utilizzo sconsiderato dei soldi falsi da parte di un membro dell’organizzazione portò all’arresto dello stesso e alla decisione da parte del fondatore di The Order di mettere in atto una nuova rapina utile anche a pagare le spese legali per tirarlo fuori dai guai: nel corso dell’assalto californiano a un furgone portavalori, Mathews perse una 9 millimetri intestata a un uomo del gruppo e divenuta in seguito la prima importante pista dell’FBI nella caccia all’uomo che stava per concretizzarsi.
Dopo aver cominciato un lavoro di sorveglianza utile a scoprire i membri della Silent Brotherhood e in grado di identificare Robert Mathews come leader dell’organizzazione, i federali poterono contare sulla testimonianza di Martinez (l’uomo arrestato per spaccio di banconote false), dopo che lo stesso fu avvisato dal proprio avvocato del fatto che gli inquirenti fossero a conoscenza dei suoi legami con The Order.
L’irruzione nella proprietà di un altro affiliato al gruppo permise agli agenti di scoprire un vero e proprio arsenale tra cui poterono riconoscere il MAC-10 utilizzato per l’assassinio di Alan Berg, finendo per unire definitivamente tutti i puntini.
Il primo raid nei confronti di Mathews e di alcuni dei suoi uomini (il gruppo si era diviso per far perdere le proprie tracce), condotto dopo aver seguito Martinez, invitato dal suo capo in un motel per un incontro, si risolse in una sparatoria e in una nuova fuga dell’estremista, che durante l’azione ferì a una gamba un poliziotto.
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La fuga, l’assedio, la morte di Mathews e la fine di The Order
A quel punto, sentendosi braccato, il fondatore di The Order si nascose in un rifugio sull’isola di Whibdey, nello stato di Washington, per recuperare dalla ferita alla mano subita durante lo scontro a fuoco e per redigere il suo personale manifesto da inviare a tutti i quotidiani.
La ‘Dichiarazione di Guerra’, in quattro pagine, invitava a eliminare tutti i politici, i giudici e gli esponenti dell’autorità governativa che si frapponessero tra l’organizzazione e il raggiungimento degli obiettivi che si prefiggeva.
Il 7 dicembre 1984, indirizzati da una chiamata anonima, 150 uomini dell’FBI occuparono l’isola circondando tutti i nascondigli utilizzati dal gruppo terroristico, riuscendo ad arrestare quattro membri della banda e iniziando un lungo assedio alla casa in cui si nascondeva Mathews, deciso a non arrendersi.
Nel pomeriggio successivo, dopo diversi momenti di tensione scanditi dai proiettili, gli agenti, consapevoli del rischio d’incendiare l’abitazione, lanciarono tra le mura tre bengala illuminanti, sperando di stanare il fuggitivo.
Mathews, deciso a diventare un martire della causa, non si arrese e fu arso vivo dalle fiamme che divamparono nella notte. I suoi resti furono ritrovati carbonizzati all’interno dell’edificio nella mattina di domenica 9 dicembre.
La morte di Robert Jay Mathews segnò la fine di The Order e l’inizio di un lungo procedimento giudiziario a carico di tutti gli ex membri del gruppo, trattato dai procuratori federali come un’organizzazione criminale sfruttando la legge RICO emanata nel 1970 da Richard Nixon.
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I Diari di Turner
Elemento centrale nel film disponibile su Prime Video e nei fatti che hanno sconvolto l’ovest degli Stati Uniti d’America è il discusso romanzo scritto da William Luther Pierce sotto lo pseudonimo di Andrew Macdonald, I Diari di Turner.
Pubblicato dalla casa editrice della National Alliance fondata e presieduta dallo stesso autore, il libro è diventato presto una sorta di bibbia del suprematismo bianco, aiutando a diffondere teorie del complotto e finendo per essere collegato a diversi atti terroristici e a crimini d’odio commessi anche al di fuori degli USA.
Presentato nella forma di un resoconto della vita di Earl Turner, il racconto narra la storia dell’uomo partendo dai suoi primi passi all’interno di un movimento nazionalista bianco chiamato The Organization, passando per il suo ingresso in The Order, un’organizzazione all’interno dell’organizzazione, e arrivando fino al terribile finale in cui diviene un eroe e un martire capace di essere ricordato per sempre.
Proibito in diversi paesi a causa delle incitazioni alla violenza e all’odio razziale presenti sulle sue pagine, I Diari di Tuner continua a rimanere un punto di riferimento assoluto per i movimenti di estrema destra che continuano a essere suggestionati dal racconto.
Numerosi sono stati infatti i casi di terrorismo e di omicidi a sfondo razziale perpetrati da fanatici trovati in possesso del libro, talvolta citato esplicitamente dagli autori dei crimini, come fonte d’ispirazione per le proprie azioni.
A riprova della sua influenza anche all’interno di un certo tipo di pensiero contemporaneo, l’espressione “Il giorno della corda” (“Day of the Rope” nella versione originale), viene ancora utilizzata negli ambienti dell’estremismo bianco di stampo razzista per indicare il momento in cui dovrebbe avvenire la violenta deposizione dei presunti oppressori, ponendo così fine a una serie di cospirazioni teorizzate anche da movimenti nati in tempi recenti, come quello di QAnon.
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