Howard Phillips Lovecraft ha fondato il suo enorme lascito letterario sulla costruzione di un universo fanta-orrorifico capace di affascinare generazioni di lettori e di cambiare per sempre il panorama del genere, ispirando autori e artisti di ogni tipo fino ai nostri tempi.
Una delle creature più celebri del Solitario di Providence è senza alcun dubbio, Cthulhu, divinità mostruosa ripresa prima da diversi scrittori e poi divenuta protagonista del cinema, della musica, dei fumetti e dei giochi di ruolo.
In una lettera del 1934 indirizzata allo scrittore Duane W. Rimel, Lovecraft cerca di spiegare al collega quale dovrebbe essere la pronuncia del nome dell’entità, facendo notare come il suono originale non sia riproducibile dagli esseri umani se non in un goffo tentativo di imitazione di una lingua sconosciuta e impossibile da riprodurre in modo adeguato attraverso i nostri organi vocali.
Dopo aver approfondito la figura di Vecna, torniamo dunque a occuparci di esseri mostruosi entrati a far parte della cultura pop condividendo la missiva dello scrittore del Rhode Island.

H.P. Lovecraft ha lasciato alla storia moltissime lettere in cui si confrontava con altri autori e appassionati delle sue opere a proposito dei più disparati argomenti, a partire, naturalmente dalle suggestioni che generavano o che provenivano dai suoi racconti.
Come si pronuncia Cthulhu
Nello scritto in questione, il figlio di Winfield Scott, dopo aver parlato della ritrovata salute di sua zia e di un paio di gattini sopravvissuti ai complicati primi giorni di vita, finisce per chiarire al suo interlocutore quale dovrebbe essere la pronuncia di Cthulhu entrando nei dettagli dell’ideazione del nome:
Si suppone che la parola rappresenti un tentativo umano di cogliere la fonetica di una parola in nessun modo umana. Il nome dell’entità infernale è stato inventato da esseri i cui organi vocali non erano come quelli dell’uomo, quindi non ha alcuna relazione con l’apparato vocale umano.
Le sillabe erano determinate da un apparato fisiologicamente del tutto diverso dal nostro, e che non possono essere pronunciate perfettamente da gole umane. Nella storia abbiamo esseri umani che usano abitualmente la parola come meglio possono; ma tutto quello che riescono a fare è approssimarla.
Ci riescono usando la gola in modo bizzarro, per rendere profondo il suono originale come i loro antenati lo sentivano da gole non umane. Questo uso strano della gola umana produce un suono simile a quello originale non umano, ma non è simile a nessun discorso o suono umano che sentiamo comunemente.
È un suono alieno, sconosciuto, che gli esseri umani possono produrre solo con uno sforzo e che non penserebbero mai di produrre se non stessero imitando qualcosa di non umano. Il tipo di sforzo o di rumore fatto in questo non è proprio come parlare, ma è più simile al suono che fa un uomo quando cerchi di imitare con la bocca un fischio a vapore o un gallo che canta, un vento che ululi o un cavallo che nitrisca.
Fino all’epoca del racconto, quando il Prof. Angell si interessò alla questione, non c’era mai stato alcun tentativo di rendere il nome del mostro infernale di R’lyeh nel nostro alfabeto, anche se Abdul Alhazred fece un tentativo in lettere arabe che fu ripetuto dal traduttore bizantino. Il traduttore latino si limitò a copiare il greco.
Le lettere CTHULHU sono soltanto ciò che il Prof. Angell ha frettolosamente escogitato per rappresentare (in maniera approssimativa e impefetta, ovviamente) il nome che il giovane artista Wilcox gli ha pronunciato oralmente. Il suono reale – per quanto gli organi umani possano imitarlo o le lettere umane registrarlo – può essere considerato qualcosa come Khlûl-hloo, con la prima sillaba pronunciata in modo gutturale e molto denso. La u è più o meno come una vera e propria u; e la prima sillaba non è dissimile da Klum nel suono, in quanto la h rappresenta lo spessore gutturale. La seconda sillaba non è resa molto bene: il suono della l non è rappresentato

Di esseri alieni, organi alieni e lingue aliene secondo Lovecraft
Nella parte finale della lettera, Lovecraft suggerisce alcuni aspetti fondamentali del suo processo creativo riguardo le genesi delle creature da lui immaginate senza risparmiare una critica al lavoro di alcuni colleghi, a suo modo di vedere poco accurato:
La mia attenta ideazione di questo nome è stata una sorta di protesta contro l’abitudine sciocca e infantile della maggior parte degli scrittori di weird e di fantascienza, di far usare a entità assolutamente non umane una nomenclatura di carattere assolutamente umano; come se esseri dotati di organi alieni potessero avere lingue basate su organi vocali umani.
In realtà, ogni nome che si suppone sia stato originato da non umani dovrebbe essere accuratamente modellato in modo tale da non essere conforme ai principi del vocalismo e del linguaggio umani
Quest’ultimo passaggio aiuta a capire quanto Il Solitario di Providence prendesse sul serio le proprie opere cercando di rendere verosimili le ambientazioni, gli scenari e i mostri proposti nonostante le atmosfere e le narrazioni a tema fantastico.
Fonte: Punchmonster Github