Adattata dal podcast omonimo, Archive 81 è una serie horror ideata da Rebecca Sonnenshine, distribuita da Netflix nel 2022 e rimasta incompiuta dopo che la piattaforma di streaming dalla N rossa ha optato per la cancellazione di un secondo capitolo.
Nonostante risulti quindi troncato rispetto ai piani originali, lo show a carattere sovrannaturale (o fantascientifico, a seconda delle letture), possiede un suo finale di stagione che permette di apprezzare la narrazione fino alla sua conclusione, aperta, ma comunque risolutiva della vicenda narrata.
La produzione ha visto la partecipazione di diversi registi, tra cui Rebecca Thomas, responsabile della metà degli 8 episodi di cui è composta la serie e già chiamata a dirigere una puntata della seconda stagione di Stranger Things, molto simile, nei temi, ad Archive 81.
Dopo aver condiviso la nostra recensione di Mandy, horror dall’ambientazione allucinata con protagonista Nicolas Cage, andiamo ad analizzare questa interessante opera che sfrutta la tecnica del found footage, un’idea di metanarrazione su più livelli e che punta su numerose suggestioni lovecraftiane per portare in scena un mistero tetro, affascinante e inquietante.

La trama di Archive 81
Dan è un restauratore video che viene ingaggiato da un misterioso uomo d’affari per ridare vita a una serie di videocassette distrutte in seguito a un incendio divampato in un condominio di New York nel 1994.
Il lavoro, riferito al recupero di un lavoro universitario condotto da Melody Pendras, porterà il ragazzo nel passato grazie alle testimonianze registrate su pellicola dalla studentessa, immergendolo in un oscuro mistero in cui si ritroverà, suo malgrado, coinvolto.
In un crescendo di orrori, Dan dovrà confrontarsi con l’esistenza di una strana e pericolosa setta religiosa, con il timore di essere manipolato dal proprio datore di lavoro e dalla scoperta di essere legato alla tragica storia di Melody e del palazzo Visser.

Metanarrazione, found footage e tanto Lovecraft
Il concetto fondante di Archive 81 sta nel raccontare una storia incasellata su più livelli e sviluppata attraverso l’uso del found footage e del fittizio ritrovamento di documenti e diari tenuti dai protagonisti dei diversi piani di narrazione.
Il risultato è un’esposizione complessa e sfaccettata, capace di presentare diversi personaggi, più o meno centrali e di scoprire nuove carte mano a mano che i diversi strati vengano svelati, rendendo in questo modo sempre più profondo l’universo della serie.
Una struttura di questo tipo ricorda moltissimo il lavoro fatto da H. P. Lovecraft, che spesso, nei suoi scritti, ha utilizzato l’espediente narrativo del ritrovamento di libri o diari che rivelassero circostanze terribili che potessero fungere da sfondo per i propri racconti.
In questa costruzione, in cui è inserita anche una metanarrazione pensata seguendo la trama dello show, le diverse storie finiscono per connettersi l’una con l’altra anche dal punto di vista della vicenda, in un dedalo che, comunque, non risulta mai eccessivamente arzigogolato.
L’intelaiatura stilistica non è però l’unico riferimento alle opere del Solitario di Providence: il fulcro centrale dell’avventura di Dan risiede infatti nella scoperta del cupo culto portato avanti dai membri di una società segreta dedita a servire un’entità conosciuta soltanto dagli iniziati e apparentemente in grado di cambiare lo stato materiale e le leggi fisiche del nostro universo.
Il richiamo ai Miti di Cthulhu (qui abbiamo riportato la lettera di Lovecraft in cui l’autore svela la pronuncia corretta del nome della sua creatura) sarà, in questo senso, evidente a tutti i fan di uno degli scrittori più influenti di sempre per la fantascienza horror, che si ritroveranno a proprio agio nelle atmosfere perverse e ambigue di Archive 81.
Purtroppo la decisione di non proseguire con la produzione di una seconda stagione lascia molti elementi meramente accennati, con la conseguente impressione che gli stessi siano stati inseriti soltanto con lo scopo di unire i puntini del racconto.
Personaggi e fatti soltanto abbozzati nelle otto puntate avrebbero in effetti meritato e necessitato di un contesto più ampio e di un proseguimento che, a meno di clamorosi colpi di scena, probabilmente non potremo scoprire sul piccolo schermo.

Una realizzazione senza fronzoli e che punta alla sostanza
Per quanto riguardi la messa in scena della serie, il lavoro in fase di regia e di montaggio, pur non particolarmente ispirato o innovativo, è funzionale a uno script che richiedesse continui cambi di registro legati al piano della narrazione, risultando efficace e pulito nonostante le difficoltà di un approccio di questo tipo.
Anche la fotografia sa essere in linea con gli standard a cui i prodotti televisivi ci hanno abituato dall’avvento delle piattaforme di streaming, mentre un ruolo leggermente più importante è stato assegnato alla colonna sonora che diviene una parte integrante, e quindi più esposta, della storia presentata.
La buona performance del cast riesce a mantenere costantemente lo spettatore in dubbio rispetto al reale ruolo dei personaggi o all’affidabilità della loro psiche, messa a dura prova dagli incredibili fatti di cui sono testimoni e che si ritrovano a dover fronteggiare.
Una menzione d’onore va fatta, in questo caso, per quanto fatto da Mamoudou Athie nelle scene in cui, visibilmente preso a livello emotivo, si ritrova a guardare il girato di Melody dopo averlo restaurato per il suo committente.

Archive 81 meriterebbe una seconda stagione?
In buona sostanza, Archive 81 è una serie che riesce a mescolare l’horror a elementi di fantascienza più o meno evidenti e che può affascinare gli appassionati dei due generi mettendo sul piatto un lavoro chiaro e ben strutturato nonostante le labirintiche premesse stilistiche.
La conclusione, privata di un prosieguo che possa espanderla e contestualizzare alcune situazioni, risulta poco efficace, frettolosa e forse persino forzata, lasciando un po’ di amaro in bocca per quanto riguarda la scelta di abbandonare il progetto fatta da Netflix.
Sperando dunque in un ripensamento dell’azienda californiana o nell’intervento di altre reti ci sentiamo comunque di suggerire la visione di Archive 81, rimandando gli amanti del genere a una nostra lista di 5 horror found footage incredibilmente suggestivi.
Voto: 7/10