Archive 81: la spiegazione del finale e dei diversi archi narrativi della terrificante serie Netflix

A prescindere dal finale mozzato dalla decisione di Netflix di non rinnovare la serie per una seconda stagione, Archive 81 è riuscita a ottenere l’apprezzamento della critica e del pubblico appassionato, intrigato da una narrazione dotata di personalità e costruita su uno schema di certo non facile da gestire in fase di scrittura.

Riuscire a mettere insieme diversi archi narrativi connessi tra loro senza inciampare in errori grossolani o in scelte di comodo che risultassero poi inverosimili è, in questo senso, la grande sfida da affrontare quando si decide di portare avanti una storia costituita da così tanti elementi che devono rimanere coerenti tra loro e onesti nei confronti dello spettatore.

Per quanto, come abbiamo avuto modo di scrivere nella nostra recensione di Archive 81, l’adattamento ideato da Rebecca Sonnenshine non sia del tutto esente da difetti di questo tipo, il risultato generale dell’opera si può dire più che soddisfacente, anche considerando la bravura degli sceneggiatori nel rendere semplice da comprendere, nei limiti del possibile, un racconto pensato per somigliare a un labirinto.

Avvisando degli spoiler presenti nelle prossime righe, per sciogliere ogni dubbio a proposito della conclusione della serie, andiamo dunque a condividere la nostra spiegazione del finale di Archive 81, soffermandoci poi ad analizzare i diversi archi narrativi dei personaggi presentati negli otto episodi che hanno concluso la prima, e probabilmente, ultima stagione dello show, soffermandoci anche sulla figura del potente dio Kaeledo.

Archive 81
Archive 81 spiegazione
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Kaelego
Spiegazione

Spiegazione del finale di Archive 81

Nel finale delle vicende ambientate nel 1994, Melody, dopo essere stata salvata in extremis dal padre di Dan, decide di fuggire dall’ospedale psichiatrico per tornare al Visser, intenzionata a salvare Jess, tenuta prigioniera da Samuel che la vuole sacrificare per compiere il rituale in onore di Kaelego.

Trovata la ragazza e fatta fuggire da una finestra, Melody viene catturata e portata nel seminterrato dove, dopo essere stata tagliata su una mano per bagnare del suo sangue Baldung l’idolo di pietra, assiste al sacrificio di Tamara, all’apertura del portale e alla comparsa di Iris, intrappolata dall’altra parte.

Immortalato dalla telecamera di Jess, tornata indietro, Samuel, non comprendendo l’assenza di Kaelego, afferra Melody e la trascina con sé dentro al passaggio dimensionale che li intrappola richiudendosi e scatenando l’incendio che distruggerà il palazzo.

Come Dan e Mark hanno scoperto facendo visita ad Annabelle, Jess è riuscita a mettersi in salvo e, dopo aver consegnato tutte le riprese fatte con la sua videocamera giocattolo, si è fatta suora trasferendosi ad Haiti.

Nel presente di Dan, il ragazzo affronta per l’ennesima volta Virgil Davenport, sicuro che l’uomo sia intenzionato a far tornare Samuel, e speranzoso di trovare un accordo che gli permettesse a sua volta di salvare Melody.

Davenport si rivela però più cinico, paziente e consapevole del potere distruttivo del rito, rispetto al fratello rifiutandosi di aiutare Dan e dimostrandosi desideroso soltanto di studiare le prove relative a quella che lui considera soltanto una finestra per guardare in un altro universo, con leggi della fisica diverse rispetto a quelle che conosciamo.

Il magnate spiega inoltre che le registrazioni effettuate da Melody erano state recuperate dal padre di Dan e ritrovate dopo che il magazzino in cui erano custodite fosse stato messo all’asta. Per ribadire la pericolosità di tutta quella faccenda, svela al protagonista come, probabilmente, la sua casa fu bruciata dal gruppo rivale agli adepti di Kaelego, convinti di poter bruciare le prove dell’avvenuto contatto.

Dopo una colluttazione da cui Dan riesce a uscire grazie all’aiuto di Mark, i due amici si recano nel sotterraneo del palazzo in cui ha lavorato sulle videocassette e nella riproduzione della stanza del Visser e della magione Vos, venendo sorpresi dalla donna che aveva tenuto sotto controllo Dan nel suo periodo di lavoro.

Questa si presenta loro come la madre di Melody e rivela come il rituale portato avanti da Iris Vos e da Samuel fosse monco: i due adepti non erano a conoscenza del fatto che soltanto una Baldung potesse aprire il portale e che per farlo necessitasse di una speciale forcella in grado di risuonare con l’altra dimensione.

Dan si propone, con il suo aiuto, di entrare nel varco per recuperare Melody, consapevole che quel posto avrebbe fatto di tutto per tenere intrappolato anche lui: dovendo lottare contro il ricordo della sua famiglia e contro lo stesso Kaelego, Dan e Melody stanno per uscire dalla dimensione parallela quando l’intervento di Samuel li allontana e porta la ragazza ad attraversare la porta tra i mondi.

Dan si risveglia in una camera d’ospedale scoprendo di essere l’unico sopravvissuto a qualche tipo di incidente: la tv della stanza trasmette la notizia della morte di Kurt Cobain e il ragazzo, affacciandosi alla finestra, si ritrova di fronte il panorama dominato dalle Torri Gemelle della New York del 1994.

Il destino di Samuel resta invece sconosciuto, probabilmente a causa del termine prematuro della narrazione che sarebbe dovuta continuare almeno per un’altra stagione per risolvere gli enigmi rimasti insoluti di Archive 81.

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L’arco narrativo di Dan

Dan è un restauratore video con un passato burrascoso alle spalle: oltre ad aver visto bruciare la propria casa d’infanzia con i suoi familiari all’interno ha dovuto convivere con una forte depressione in seguito alla scoperta di un tradimento da parte della ragazza con cui aveva una relazione.

Il lavoro offertogli da Davenport riaprirà in lui vecchie ferite, portandolo a provare un senso di protezione nei confronti di Melody e mettendogli il dubbio che suo padre fosse in qualche modo coinvolto nell’incendio del Visser e nella sparizione della ragazza.

Il sospetto sarà del tutto dissipato dalla scoperta che Steve Turner avesse fatto di tutto per aiutare la ragazza dopo aver inavvertitamente aiutato Samuel nella sua ricerca di una Baldung e dopo essere stato per questo allontanato dall’università dove lavorava.

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L’arco narrativo di Melody

Melody, abbandonata da neonata dalla propria madre naturale e desiderosa da sempre di ritrovarla, ricevette una lettera dal convento in cui è cresciuta e in cui Julia Bennett, si rivela come sua genitrice affermando però non volerla incontrare.

Notando il fatto che la missiva provenisse dal Visser, la giovane mette su l’idea del progetto universitario per avere una buona scusa per scoprire qualcosa di più su sua madre e magari riuscire a incontrarla.

Solo più tardi scoprirà che la lettera fosse in realtà stata inviata da Samuel dopo che lo stesso ebbe saputo dei suoi comportamenti simili a quelli di una Baldung, ritenendola quindi utile alla messa in pratica del suo rituale per Kaelego.

Giunta al Visser, Melody conoscerà Jess, affezionandosi alla ragazzina e venendo mano a mano a conoscenza delle intenzioni della setta e del destino riservato alla giovane inquilina che per prima si era dimostrata disponibile ad aiutarla nelle sue ricerche.

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L’arco narrativo di  Thomas Bellows

Thomas Bellows fu ingaggiato prima di Dan per effettuare ricerche sul lascito di chi avesse vissuto gli ultimi giorni del Visser: in particolare il suo lavoro consisteva nel digitalizzare e trascrivere le puntate delle soap opera registrate da una delle residenti del palazzo.

Suggestionato dal contenuto in cui la donna aveva probabilmente inserito riferimenti a Kaelego e al suo culto, Thomas finisce per impazzire e per morire in un misterioso incidente solo poche settimane dopo aver finito il proprio compito per Davenport.

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L’arco narrativo di Iris Vos

Iris Vos fu la donna che riuscì a recuperare la statua di Kaelego e che, nel 1924, cercò di evocare la divinità, sicura che potesse aiutarla ad avere un figlio e a risolvere gran parte dei problemi dell’umanità, riprendendo con una telecamera il rituale convinta che l’uso di un’apparecchiatura di registrazione potesse in qualche modo mettere in evidenza qualcosa di invisibile a occhio nudo.

Completato il rito in assenza degli elementi necessari, Iris finirà per rimanere intrappolata nella dimensione parallela, comparendo prima nelle visioni di Eleanor e quindi in quelle dell’amica di Melody, Annabelle

La registrazione del macabro e blasfemo cerimoniale verrà visto, anni dopo, dal regista William Crest, lasciandolo impressionato e affascinato al punto che il filmmaker dedicherà anni di ricerche alla cosa, lasciandosi anche ispirare per un’opera che rimarrà inedita e su cui Dan si ritroverà a lavorare.

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Il Visser e i rituali

Il Visser sorge sulle ceneri della magione Vos, nascondendo nei suoi sotterranei, una riproduzione della stanza in cui Iris aveva messo in pratica il rituale. I suoi inquilini compongono i nuovi adepti di Kaelego e, guidati da Samuel e dalle influenze della muffa che cresce nei piani interrati, aspettano il momento giusto per aprire il portale tra i due universi.

Ogni abitante del Visser dimostra una particolare apertura e propensione per il sovrannaturale, operandosi artisticamente per consacrare la propria vita al dio Kaelego a cui vengono dedicati inni e organizzate cerimonie.

Al sesto piano, degli ospiti impazziti a causa dell’esposizione alla muffa, denominata Stardust in quanto probabilmente proveniente dai frammenti della cometa che annuncia la possibilità di apertura del varco, continuano a intonare la cantilena che contribuisce alla crescita della stessa sostanza e che rinforza il legame del palazzo con Kaelego.

Kaelego

L’essere conosciuto come Kaelego è una creatura che viene definita come un demone o come un dio e che risiede in una dimensione parallela alla nostra, incapace di aprire da solo un varco tra i due mondi.

Dotato di poteri straordinari e della capacità di manipolare il tempo e lo spazio, è temuto dalle streghe Baldung, disposte a perdere le proprie capacità magiche pur di tenerlo lontano dal nostro universo e idolatrato dalla Vos Society, i cui membri sono pronti a tutto per aprire il varco che gli permetta di superare lo spazio tra le due realtà.

La cometa Caronte, che si ritrova ad attraversare il nostro sistema solare circa ogni 70 anni e che ha lasciato frammenti di sé sulla Terra nel corso dei secoli, indica ai suoi seguaci il momento propizio per poterlo evocare.

Come spiegato dalla showrunner di Archive 81 a The Wrap, Kaelego non è ispirato a una reale divinità:

È una specie di elemento lovecraftiano di questa serie, un antico che, a seconda di come lo si guardi, può essere un dio o un demone. Quindi sembra reale, ma è un’invenzione e ovviamente attinge a molti tropi e altre idee, ma il mostro, il dio o il demone, è una nostra creazione

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