Late Night with the Devil ha stupito il pubblico amante degli horror con la sua narrazione ben strutturata nel contesto di un mockumentary found footage ambientato nel mondo della televisione degli anni ’70 del secolo scorso.
Per quanto frutto di una storia di fantasia, la vicenda presentata nel film dei fratelli Cairnes prende spunto da persone e fatti reali per presentare i suoi personaggi e arrivare al terribile finale di un racconto ricco di elementi paranormali e inquietanti.
Dopo aver condiviso la nostra recensione di Late Night with the Devil torniamo dunque a occuparci del lungometraggio con protagonista David Dastmalchian per scoprire tutti gli elementi e le suggestioni che lo hanno ispirato.

Johnny Carson, Don Lane e la battaglia per il pubblico della notte ritratta in Late Night with the Devil
Il grande rivale di Jack Delroy per il dominio dei talk show notturni è Johnny Carson, mattatore della tv del mondo reale per ben trent’anni, dal 1962 al 1992, e creatore di un formato che vedrà nascere, nel corso dei decenni, decine di programmi simili pronti a cercare di duplicarne il successo.
Per anni, infatti, gli showmen del piccolo schermo hanno provato a diventare re della notte cercando di scalzare o sostituire il precursore nato a Corning, nell’Iowa, usando qualsiasi tipo di strategia per attirare l’attenzione del pubblico.
Come specificato dagli stessi registi e sceneggiatori, il personaggio interpretato da Dastmalchian è costruito sulla figura del presentatore Don Lane, epigono di Carson della tv australiana, presentando comunque diverse caratteristiche dei tanti personaggi televisivi che si sono cimentati in una conduzione simile.


James Randi e Uri Geller e i sensitivi con ambizione televisiva
Il periodo degli anni ’70 ha visto una grande espansione di personaggi legati al mondo della parapsicologia o del paranormale. Il Christou portato sullo schermo da Fayssal Bazzi è, in effetti, una fusione dei diversi sensitivi che hanno affollato per anni i programmi in cerca di facile sensazionalismo.
Molto più specifico è invece il ruolo di Carmichael Haig, in tutto e per tutto simile al prestigiatore James Randi che ha votato la seconda parte della propria carriera allo smascherare gli imbrogli di colleghi decisi a far passare le proprie capacità da illusionisti per poteri paranormali di diverso tipo.
Assolutamente inconfondibile l’attacco lanciato dallo scettico impersonato da Ian Bliss nelle fasi iniziali della sua presentazione e riferito alla storica diatriba tra Randi e Uri Geller e alla millantata capacità del secondo di poter piegare i cucchiai con la sola forza della mente.


L’assedio di Waco
Per quanto avvenuto soltanto anni dopo rispetto agli anni in cui è ambientato Late Night with the Devil, l’idea per la genesi del personaggio di Lilly D’Abo potrebbe essere ispirata alla tragica vicenda che viene ricordata come l’assedio di Waco.
Nel 1993, una task force dell’FBI, aiutata dalla polizia locale, tenne sotto assedio per ben 51 giorni un ranch nei pressi della cittadina texana con lo scopo di stanare la setta dei davidiani e il leader del gruppo, David Koresh, che avevano preso possesso dell’area.
Se il santone era accusato dai giornali di abusi sui minori, anche l’intera organizzazione preoccupava le autorità statali a causa delle numerose testimonianze che volessero i suoi membri armati e intenti ad addestrarsi nell’uso di armi da fuoco probabilmente per prepararsi a una battaglia contro le istituzioni.
A seguito dell’intervento infruttuoso di altri organi di polizia e della morte di quattro agenti, l’FBI prese il controllo della situazione fino al tragico epilogo del 19 aprile: in un ultimo attacco al complesso, gli agenti decisero di pompare gas negli edifici per costringere alla fuga i davidiani che resistettero fino alle estreme conseguenze.
Durante l’assedio, infatti, scoppiarono diversi incendi (forse appiccati dagli stessi residenti, forse causati dagli effetti delle granate lanciate dagli agenti) che distrussero il ranch portando alla morte di 76 Davidiani.

Il Bohemian Grove e il panico satanico
Anche il contesto segreto in cui Jack Delroy sembra essere inserito, il Grove, trae spunto dal Bohemian Grove, luogo d’incontro dei membri del Bohemian Club, costituito da importanti personalità della politica e dell’economia, e al centro di una teoria del complotto che vorrebbe il gruppo mettere in atto dei rituali satanici segreti e dai risvolti terrificanti.
Lo stesso nome del programma condotto dal personaggio di Dastmalchian, il Night Owls with Jack Delroy, suggerisce una connessione alla statua di un gufo presente nel bosco situato a Monte Rio, in California.
Oltre a tirare in mezzo gruppi di potenti cospiratori, questo tipo di terrore tiene in allarme la nostra società anche a un livello più basso e riferito alla presenza di sette dedite a sacrifici umani e ad atti perversi nei confronti di ragazzini anche di giovanissima età.
L’idea, è associata al fenomeno conosciuto come panico satanico o timore dell’abuso rituale notturno, causa di diverse indagini giudiziarie e giornalistiche nel corso degli ultimi decenni e che si può ricondurre a credenze che risalgono fino ai pregiudizi nei confronti primi insediamenti cristiani dell’impero romano.
La figura della psicologa June Ross-Mitchell, a questo proposito, riporta alla mente fatti di cronaca in cui l’uso dell’ipnosi regressiva o di particolari e suggestivi metodi di indagine messi in pratica su soggetti sensibili e sui bambini, hanno portato all’apertura di controversi processi nei confronti di presunti molestatori e membri di sette che avrebbero utilizzato i ragazzini come parte dei propri rituali o come sacrifici blasfemi.
Emblematici, per l’Italia sono i casi dei Diavoli della bassa modenese (raccontato nel podcast Veleno) e di Rignano Flaminio, capaci di infiammare il dibattito pubblico e creare mostri sulla base di quelli che molti considerano falsi ricordi instillati nelle menti dei ragazzini dagli stessi psicologi, assistenti sociali e inquirenti che abbiano lavorato ai casi.

Fonti: Bohemian Grove Wikipedia – Screen Rant – Straight Chilling Podcast – Assedio di Waco Wikipedia