Carry-On è un thriller d’azione del 2024 diretto da Jaume Collet-Serra e con Taron Egerton nel ruolo del protagonista e Jason Bateman in quello dell’antagonista disposto a tutto per portare a termine la propria missione di morte.
Il film, distribuito direttamente su Netflix nel dicembre 2024, è ambientato all’interno di un aeroporto e racconta la disavventura di un agente della sicurezza a cui, sotto ricatto, viene chiesto di lasciar passare un bagaglio sospetto e contenente qualcosa di illegale.
Dopo aver proposto la nostra spiegazione del finale di Atrapados e la recensione di Game Night, entrambi disponibili sulla piattaforma dalla N rossa, andiamo dunque a scoprire quanto abbia da offrire Carry-On in termini di sceneggiatura e realizzazione tecnica.

La trama di Carry-On
Ethan Kopek, agente della TSA che ha appena scoperto di stare per diventare padre, si prepara ad affrontare una nuova e complicata giornata lavorativa del periodo natalizio riuscendo ad ottenere di essere messo in prova alla scansione dei bagagli.
Non appena piazzatosi in postazione, però, Ethan viene contattato da un uomo misterioso che comunica con lui attraverso un auricolare per costringerlo a ignorare gli oggetti presenti un trolley da imbarcare su un volo.
Come arma per tenere in pugno il controllore, il ricattatore gli dimostra di avere informazioni sulla sua vita privata e di avere nel mirino la sua fidanzata che pagherebbe le conseguenze per qualsiasi tentativo di ribellione o di disobbedienza.
Mentre l’agente Kopek scopre sempre di più a proposito delle terribili intenzioni dell’attentatore e dei suoi complici, la posta in palio si fa sempre più alta e l’urgenza di fermare i criminali porterà il protagonista a scelte sempre più drastiche e dettate dall’istinto.

Come Die Hard, con le dovute proporzioni
L’opera scritta da T. J. Fixman si fonda sul classico espediente della situazione disperata e dell’eroe, pieno di difetti e di mancanze, pronto a tutto per risolverla nel migliore dei modi e a dispetto di qualsiasi difficoltà, anche all’apparenza insormontabile.
La sensazione è quella di trovarsi di fronte a un moderno John McClane, sicuramente meno ispirato rispetto al personaggio interpretato da Bruce Willis, dotato di risorse impensabili per mettere in salvo la sicurezza del proprio paese e la vita di quelle che altrimenti diverrebbero vittime innocenti.
L’idea di fondo è quella di un intenso ed emozionante viaggio compiuto dall’eroe alla ricerca di una fiducia in se stesso da mettere in campo nel momento più difficile e in cui, più che mai, abbia qualcosa di importante da perdere
La storia, per quanto alcune situazioni siano al limite della verosimiglianza tecnica, si regge su un plot semplice ma efficace del punto di vista narrativo e del ritmo, presentando difficoltà e nuove sfide e mantenendo alta la tensione di un racconto quasi senza pause e ricco di sorprese.
Particolarmente riuscito è il villain conosciuto soltanto come Il Viaggiatore e interpretato da Jason Bateman, prima misterioso e subdolo, e quindi spietato, letale e privo di scrupoli quasi come un cattivo dei fumetti.
Efficaci, benché poco anticipati nel corso della trama, le costruzioni del movente dell’attentato e dell’intrigo internazionale da cui l’intera vicenda trae genesi, che risultano credibili, abbastanza sofisticate e in linea con quello che ci si potrebbe aspettare da una storia di spionaggio contemporanea.

Una produzione del 2024 che ricorda gli action movie della fine del ventesimo secolo
Il lavoro fatto da Collet-Serra è decisamente apprezzabile tanto nelle scene d’azione quanto in quelle in cui la suspense debba essere originata da difficoltà logistiche e di interazione con l’ambiente caotico di un aeroporto nei giorni festivi.
L’unica pecca del suo operato è rappresentata da una particolare scena in auto in cui l’uso di una computer grafica non all’altezza e la scelta di movimenti di camera bizzarri e innaturali si concretizzano in una messa in scena confusa e che rischia di portare fuori dal climax del racconto.
Buonissima la prova del cast, in particolare di Egerton e di Bateman, perfettamente in sintonia con i ruoli loro assegnati e protagonisti di un confronto psicologico, emotivo e fisico capace di tenere insieme l’intera narrazione.

Un thriller con le idee chiare sin dal principio
Grazie all’ottimo script di Fixman, Carry-On sembra essere strutturato partendo da una trama e da concetti che rimangono chiari e coerenti per tutta la durata del film, senza sentire la necessità di perdersi in inutili e rischiose complicazioni dal sapore autoreferenziale.
Quello distribuito da Netflix è un thriller che scorre via senza tentennamenti e che concede poche pause allo spettatore nel suo saliscendi narrativo che culmina in picchi di tensione già prima dello scontro finale.
Un prodotto che può risultare interessante sia per il pubblico più giovane che per quello di generazioni precedenti e che fornisce lo spunto, a entrambe le categorie e a seconda dei casi, per tornare a guardare, o per scoprire per la prima volta, la saga di Die Hard.
Voto: 7/10