Black Mirror 7 si apre con un episodio, Gente Comune, che riporta alle origini lo show creato da Charlie Brooker per quanto riguardi temi e stile narrativo, presentando un racconto di fantascienza in cui il progresso tecnologico immaginato si incontra con un’idea distopica che prende spunto anche dalle nostre esperienze di oggi.
Scritta da Charlie Brooker e Bisha K. Ali e diretta da Ally Pankiw, la puntata segue la vicenda di un’insegnante che, in seguito a un improvviso malore, viene sottoposta a un trattamento medico d’avanguardia dal costo impegnativo da sostenere e dagli effetti collaterali fortemente impattanti.
Dopo aver condiviso il teaser trailer e il poster de L’Eternauta, serie tv distribuita da Netflix e adattata dal fumetto omonimo, vi lasciamo alla nostra spiegazione, con spoiler, del significato del primo episodio della settima stagione di Black Mirror e a un’analisi dei temi trattati in Gente Comune.

La trama di Gente Comune dall’inizio alla fine
Amanda, insegnante sposata con Mike, è vittima di un malore improvviso che la costringe in ospedale con praticamente nessuna speranza di sopravvivere se non riferita all’utilizzo di una nuova tecnologia medica che permette alla Rivermind, azienda che l’ha implementata, di sostituire una parte di cervello danneggiata con una replica sintetica a cui inviare in tempo reale i dati ricevuti dal segmento rimosso.
Consapevole del fatto che il servizio preveda un abbonamento per pagare il traffico di dati, Mike fa sottoporre la moglie all’intervento preparandosi a dover affrontare la nuova spesa mensile, che, per quanto abbordabile, rappresenta una sfida per la coppia.
Durante un piccolo viaggio della coppia, però, Amanda sembra spegnersi improvvisamente per poi tornare in sé una volta tornati nella propria zona di appartenenza geografica nel tentativo di Mike di raggiungere l’ospedale.
Organizzato un incontro con la rappresentante della Rivermind, i due vengono a conoscenza di uno sviluppo della strategia di business dell’azienda e dell’esistenza di un nuovo piano di abbonamento più costoso ed esclusivo e che permette, a differenza di quello di base, di muoversi senza limitazioni e senza il rischio di interrompere il flusso di dati.
Consapevoli della propria condizione economica, Amanda e Mike decidono a malincuore di rimanere con il piano common ricevendo, poco tempo dopo, l’ennesima brutta sorpresa della loro tragica esperienza: un programma ancora in fase di test e destinato a interessare soltanto gli utenti common, rende infatti la donna un tramite pubblicitario, obbligandola al di là della propria coscienza e del proprio volere, a ripetere degli spot scelti a seconda del contesto delle discussioni in cui Amanda si ritrovi inserita.
Preoccupato per le ripercussioni sulla vita privata e lavorativa della moglie, Mike si iscrive a un social in cui i creatori di contenuti si fanno pagare dagli spettatori per umiliarsi in streaming e riesce a tirare fuori il necessario per il nuovo abbonamento.
I problemi non sembrano però finire e l’innaturale sonnolenza di Amanda e un nuovo consulto con la Rivermind, fa scoprire ai due dell’esistenza di un livello ancora più alto e costoso, per il cui mantenimento operativo vengono utilizzate risorse dagli utenti di rango più basso, costringendoli a dormire per un numero di ore più alto.
Amanda si dice non interessata ma Mike, cercando di farle una sorpresa, si spinge al limite mostrando il suo volto in una delle remunerative ma degradanti live per acquistare un periodo di utilizzo di 12 ore di Rivermind LUX che permette ad Amanda, tra le altre cose, di avere pieno controllo sulle proprie emozioni, modulandole a piacimento.
La scelta di rivelare la propria identità espone però Mike a una gogna pubblica sul posto di lavoro che lo fa infuriare e che porta a un grave incidente a causa del quale perde la propria occupazione e una delle fonti di reddito della famiglia.
Costretta a tornare al servizio meno performante, Amanda si ritrova a dormire per gran parte della giornata e a vivere le restanti ore in uno stato di apatia e debolezza mentre Mike è costretto a cercare nuove strade per pagare l’abbonamento.
Disperati e infelici, i due decidono di farla finita, con Amanda che chiede a Mike di ucciderla sfruttando uno dei suoi momenti di incoscienza e con l’uomo che, una volta esaudito il desiderio della moglie, si chiude nella stanza del computer, con la finestra del social aperta sullo schermo e impugnando un taglierino.

Spiegazione del primo episodio di Black Mirror 7 e analisi dei temi trattati
La Rivermind e i diversi livelli di abbonamento
Come già detto, Gente Comune sembra voler tornare indietro alle atmosfere dei primi episodi di Black Mirror raccontando di una tecnologia innovativa che, da ancora di salvezza, diventa un macigno da portare sulle spalle.
Forse ancora più che in altre puntate, però, il focus della narrazione va a soffermarsi sui comportamenti dell’azienda che fornisce la tecnologia prima che sull’utilizzo fatto dall’utente, in questo caso praticamente obbligato a diventare cavia della sperimentazione.
È evidente infatti come la Rivermind, consapevole del potere che può avere sulla vita di chi fa parte del progetto, giochi senza alcuno scrupolo un gioco al rialzo utilizzando metodi che si rifanno in maniera distorta al principio della rana bollita esposto da Noam Chomsky.
In questo caso, infatti, l’azienda non ha alcun interesse a uccidere lentamente la sua cliente, quanto piuttosto a portarla, passo dopo passo, a pagare un prezzo sempre più alto mettendola di fronte a limitazioni che Amanda si ritrova a percepire in maniera sempre più netta e disturbante.
In questo senso la metafora potrebbe ricordare il meccanismo tipico di un capitalismo estremo in grado di abituare e costringere a standard sempre più elevati, a prescindere dal prezzo e dalla possibilità di potersi permettere la spesa.


Mike e il suo social network della vergogna
Mike si ritroverà, per poter guadagnare il necessario a pagare i servizi della Rivermind, a prendere parte a un perverso gioco in cui lasciarsi umiliare in diretta streaming che lo porterà a perdere il lavoro e, ancor prima, la dignità.
Il chiaro riferimento è al pericolo di utilizzare i social in maniera spregiudicata e poco coscienziosa, con un particolare punto di attenzione nei confronti di tutte quelle piattaforme che permettano di monetizzare grazie a comportamenti che dal vivo non sarebbero mai messi in pratica.
Anche in questo caso la discesa è lenta ma apparentemente inesorabile, con l’asticella che viene posta sempre più in alto in modo quasi inconsapevole e con quella che da principio sembrerebbe una scelta libera e solo limitatamente dannosa che si trasforma mano a mano in un incubo sempre più concreto e da cui diventa impossibile fuggire.

Le pubblicità e le profilazioni inaccurate
Legata al primo argomento c’è poi una riflessione dal sapore di black humor sul tentativo di profilazione a scopi pubblicitari degli interlocutori di Amanda e delle discussioni a cui la donna prendere parte.
La fallace comprensione del contesto e il totale disinteresse per un mantenimento di standard qualitativi porta infatti il sistema a far presentare alla donna dei prodotti che non sempre risultino attinenti ai bisogni di coloro cui vengono proposti.
Come sperimentato da chiunque sulla Rete, la profilazione attraverso parole chiave e argomenti di ricerca non riesce a dare sempre i risultati sperati dalle aziende, con algoritmi e analisi di dati che dimostrano tutti i limiti del caso.

La vecchiaia e la perdita di stimoli
Meno sviluppato, ma fondamentale per portare alla conclusione della storia, è un accenno fatto all’invecchiamento e alla perdita di energie e interessi che si può leggere nel mutamento di Amanda una volta tornata al Rivermind di più basso livello.
Il calo di entusiasmo di fronte a qualsiasi tipo di stimolo e la prospettiva di vivere una vita priva di ambizioni è causa e sintomo dello sfiorire della donna che si ritrova senza alcuna voglia di continuare a vivere la propria vita.
Una volta uccisa la moglie, a Mike, invece, non resta che rifugiarsi nella sua personale stanza delle torture, divenuta necessaria alla sussistenza e allo stesso tempo, probabilmente, fonte di espiazione e di allontanamento dai propri dolori.
