Glaskupan – La Cupola di Vetro è una miniserie thriller di produzione svedese, distribuita da Netflix a partire dal 15 aprile 2025 e che ha visto Camilla Läckberg nei panni di ideatrice del concept e di produttrice esecutiva.
Nonostante qualche piccola forzatura utile a livello narrativo per portare la storia e il suo finale nella giusta direzione, lo show presenta una trama efficace anche dal punto di vista dei plot twist (forse un po’ telefonati) che caratterizzano la risoluzione del mistero.
Dopo aver condiviso la nostra spiegazione del finale della prima stagione di The Bondsman, serie Prime Video con protagonista Kevin Bacon, e avvisando degli spoiler presenti nell’articolo, andiamo dunque a occuparci di questa tesissima e intensa storia in 6 episodi per proporre la nostra spiegazione della conclusione di Glaskupan.

La trama di Glaskupan
A seguito della morte della sua madre adottiva, Lejla, criminologa che risiede negli USA, torna a casa nella piccola cittadina svedese in cui è cresciuta dopo essere stata rapita da bambina e essere stata adottata dal capo della polizia a causa del suicidio della sua genitrice biologica.
Il ritorno della ragazza coinciderà con la sparizione della figlia di una sua cara amica trovata senza vita nella vasca da bagno, in un macabro deja-vu che turberà la protagonista e la costringerà a posticipare il ritorno in America per partecipare alle ricerche e aiutare nelle indagini.
La terribile e cruda disavventura la porterà a confrontarsi con il proprio passato e con una verità capace di rendere ancora più sconvolgenti e oscuri gli atroci avvenimenti che avevano segnato la sua infanzia.

Il finale di Glaskupan
Mentre proseguono le ricerche di Alicia e le investigazioni per trovare il rapitore della ragazzina, Lejla si convince sempre di più che Ecki, l’uomo che l’aveva tenuta intrappolata in una scatola di vetro, possa essere il colpevole anche di questo nuovo crimine.
Sfogliando le vecchie foto della famiglia del poliziotto che l’aveva adottata anni prima, nota come la madre di Valter e di Tomas potesse in qualche modo essere ricondotta alle caratteristiche fisiche delle vittime del rapitore.
Sospettando sempre di più di Tomas e trovando il telefono di Louise nel suo appartamento, Lejla cerca di sfuggirgli venendo seguita fino a casa e finendo nelle mani di Ecki e di nuovo nella prigione che aveva conosciuto durante da piccola, questa volta in compagnia di Alice.
La rivelazione che Ecki sia in realtà Valter travolge la donna chiamata a fuggire per una seconda volta e salvata soltanto dall’intervento in extremis di Tomas, tornato a casa del fratello per comprendere il motivo per cui il ritratto di famiglia fosse stato strappato dalla nipote adottiva.
Dopo la liberazione avvenuta grazie all’azione di Tomas, Lejla si reca a trovare Valter in carcere per ottenere informazioni a proposito del luogo di occultamento dei cadaveri delle altre bambine rapite dall’uomo, scoprendo come i corpi fossero stati gettati nel fiume preferito dall’uomo per le proprie giornate dedicate alla pesca.

Il secondo rapitore
Espediente interessante per la costruzione del giallo di Glaskupan è costituito dall’inserimento del personaggio di Martin, l’imitatore del rapitore originale e sospetto perfetto per gli spettatori che lo vedono spuntare in continuazione nei contesti più improbabili.
Il suo ruolo, in questo senso, risulta particolarmente suggestivo grazie alla sua capacità di dividere il pubblico in quelli che, durante la visione, lo ritengano il colpevole e quelli sicuri del fatto che possa rappresentare soltanto uno specchietto per le allodole, fino poi a smentire entrambe le fazioni presentando la terza possibilità dell’imitatore fissato maniacalmente con il caso di Lejla.
Sebbene poco attinente con la trama principale, l’arco narrativo legato all’incontro tra la protagonista e l’uomo offre uno sbocco concreto alla tensione accumulata nei primi episodi dello show, regalando un po’ di ritmo e di azione a una narrazione gestita consapevolmente in maniera un po’ statica.
